Congo, in viaggio (di nuovo) con Angelo. Fare la differenza attraverso "rapporti significativi" - 3/3



Nel volo di rientro in Italia, Angelo Bricca ha tracciato per i lettori di FLest un piccolo bilancio del suo secondo viaggio in Congo. Viaggio speciale anche per la presenza di due giovani neolaureati in medicina, catapultati nella quotidianità di un ospedale davvero speciale, in un contesto speciale sostenuto dall'idealità del Movimento dei Focolari.



Osservando la vita dell'ospedale "Chiara Lubich"
mi sembra di poter dire che il suo principio di sviluppo
sta nella reciprocità dell’amore 

Dopo 23 giorni all’Ospedale “Chiara Lubich” di Lubumbashi, in Congo, sto rientrando Italia. Sono in aereo (accanto a Noemi e Marco, i due giovani che hanno condiviso con me questa esperienza) travolto da tanti pensieri e ricordi che si rincorrono e si accavallano. Gioia e malinconia si mescolano.

Mi ha molto colpito come la comunità abbia apprezzato il gesto di Eugenio di accompagnare un membro della comunità in Kenya per delle cure specialistiche. Un viaggio che doveva durare qualche giorno ma che per una serie di circostanze s’è portato via quasi due settimane. Tanti gli imprevisti, superati grazie alla competenza di Eugenio e alla comunità locale del Movimento dei Focolari di Nairobi.

La nostra piccola spedizione all’incontro di questa straordinaria realtà di un presidio sanitario nato dal nulla - vale a dire il sottoscritto, con Marco e Noemi giovani neolaureati in medicina contenti di mettersi a disposizione con le loro fresche competenze - contava molto sull’accompagnamento di Eugenio. Confesso, l’ho anche scritto nella prima delle mie corrispondenze, che siamo rimasti un poco disorientati dagli accadimenti. Prima di partire Eugenio ci ha detto d’essere sicuro che ce la saremmo cavata benissimo! Ci ha chiesto solo un di più di generosità, di autonomia e, soprattutto, di fiducia sull’amore della comunità.

Aveva ragione: ce la siamo cavata egregiamente. Mi è tornato in mente che i valori che sostengono l’Economia di Comunione sono la “cultura del dare”, ma direi anche l’esperienza concreta dell’amore “reciproco”, la fiducia nel fatto che ciascuno farà la sua parte, ed il bene dato ritorna in qualche modo.

E’ l’esperienza della Provvidenza. Osservando la vita di questo ospedale, mi sembra di poter dire che il suo principio di sviluppo sta proprio nella reciprocità dell’amore (con i malati, fra il personale medico, fra reparti, con tanti di voi che lo sostengono). La reciprocità è anche principio di progresso per ogni crescita umana.

Leggendo con Noemi e Marco uno scritto di Piero Pasolini - uno dei primi focolarini che si è tanto speso per l’Africa, morto a Nairobi nel gennaio 1981 - ci ha colpito e affascinato la sua visione del mondo. Dalla creazione fino ad oggi l’universo è andato sempre avanti grazie a “rapporti significativi” che hanno generato progresso, crescita, sviluppo. Ecco: l’amore reciproco è il “rapporto significativo” che vogliamo dia sempre di più senso e significato alla nostra vita.

Per me questo è stato il secondo viaggio a Lubumbashi (al piede della notizia trovate i link agli articoli di quella esperienza). Per Marco e Noemi è stata una prima volta, da tanti punti di vista: nella quotidianità (e concretezza) della vita di un ospedale, nel contesto assolutamente speciale di un ospedale sostenuto da una precisa idealità, nella scoperta di quella cosa per loro misteriosa che era il Movimento dei Focolari. Com’è andata? Ce lo dicono loro stessi in questo breve video.

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