In una notizia di qualche giorno fa abbiamo raccontato di una bella iniziativa di musica e di solidarietà (clicca QUI per saperne di più) che ha consentito di raccogliere  un concreto segno di sostegno e di amicizia per l' ospedale "Chiara Lubich" di Lumumbashi, in Congo. Un dono che è già arrivato a destinazione attraverso Angelo Bricca - che con Sara Manfredi condivide la responsabilità del Movimento dei Focolari del Nord Italia - che pochi giorni dopo quell'iniziativa è partito per il suo secondo viaggio a Lumumbashi. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente chiedendogli, come già aveva fatto in un precedente viaggio, di farci partecipi della nuova esperienza.
Alle 23.00 del 16 settembre ho preso il volo che mi ha riportato a Lubumbashi (Congo). Avrò tre settimane per dare il mio piccolo contributo all’ospedale Chiara Lubich, mettendo a frutto i miei pochi talenti in gestione aziendale e per visitare un fratello vero: il dott. Eugenio Ferri.
Proto con me l’unità e l’aiuto concreto di alcune nostre comunità che – con creatività ed entusiasmo – hanno raccolto aiuti che ci ha permesso di accreditare sul conto dell’Ospedale 2.600 dollari.
L’esperienza qui vissuta nel 2024 mi ha cambiato e quest’anno desideravo non viverla da solo, ma condividere ogni cosa con altri.
Si sono fatti avanti due giovani studenti di medicina Noemi e Marco, desiderosi dopo tanta teoria, di avvicinarsi ai malati, poterli curare, capire meglio il lavoro che li attenderà, lavoro che è anche vocazione.
Il viaggio
 
Oggi il brano di Vangelo proclamato nella messa mi ha colpito particolrmente. Scrive l'evenagelista Luca: “In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi”. Impressiona che un Dio che vuole farsi conoscere intimamente dagli uomini comandi di curare i malati per far comprendere meglio il Suo cuore.
Angelo Bricca
Ritorno a Lubumbashi
Alle 23.00 del 16 settembre ho preso il volo che mi ha riportato a Lubumbashi (Congo). Avrò tre settimane per dare il mio piccolo contributo all’ospedale Chiara Lubich, mettendo a frutto i miei pochi talenti in gestione aziendale e per visitare un fratello vero: il dott. Eugenio Ferri.
Proto con me l’unità e l’aiuto concreto di alcune nostre comunità che – con creatività ed entusiasmo – hanno raccolto aiuti che ci ha permesso di accreditare sul conto dell’Ospedale 2.600 dollari.
L’esperienza qui vissuta nel 2024 mi ha cambiato e quest’anno desideravo non viverla da solo, ma condividere ogni cosa con altri.
Si sono fatti avanti due giovani studenti di medicina Noemi e Marco, desiderosi dopo tanta teoria, di avvicinarsi ai malati, poterli curare, capire meglio il lavoro che li attenderà, lavoro che è anche vocazione.
Il viaggio
Hanno riempito le grandi valige finite nella stiva dell'aereo con materiale utile all’ospedale; le cose personali  sono nei piccoli trolley ammessi in cabina. In aeroporto si muovono sicuri, tranquilli, ed io approfitto del loro ottimo inglese. In viaggio, dormono, e io, che in questi casi sono sempre un po' teso, non capisco proprio come facciano! Sto imparando molto da loro: gli stereotipi che spesso si fanno sui giovani non hanno proprio senso, non tengono conto tutto di tutto il positivo che hanno dentro.
La nostra base
A Lubumbashi  siamo stati accolti in Focolare. È la nostra base. Quasi tutte le sere troviamo la cena pronta, e poi dei panini per il giorno dopo. Qui si fa un pasto al giorno, quello della sera: per colazione e pranzo, poco più che spuntini, per tenere a bada la fame.
In Ospedale
In ospedale Noemi e Marco hanno chiesto subito di potersi rendere utili, e così hanno illustrato ad un gruppo di medici “Il pH del sangue e l'equilibrio acido-base”, avvalendosi di una presentazione che hanno tradotto in francese utilizzando l'intelligenza artificiale disponibile ormai attraverso un sacco di piattaforme on line.
I trasferimenti
Impieghiamo un’ora e mezza per raggiungere l’ospedale, quando il traffico è più intenso, la strada ci sbatte in faccia una cruda realtà fatta di estrema povertà in tanti ambiti, economico prima di tutto; Eugenio ci racconta che il sistema scolastico è alla paralisi, (stanno nascendo scuole private, ma pochi ne fruiranno) e impedisce di creare sperare per questo paese un futuro migliore. Manca completamente lo Stato e la vita sociale è poco organizzata.
Impieghiamo un’ora e mezza per raggiungere l’ospedale, quando il traffico è più intenso, la strada ci sbatte in faccia una cruda realtà fatta di estrema povertà in tanti ambiti, economico prima di tutto; Eugenio ci racconta che il sistema scolastico è alla paralisi, (stanno nascendo scuole private, ma pochi ne fruiranno) e impedisce di creare sperare per questo paese un futuro migliore. Manca completamente lo Stato e la vita sociale è poco organizzata.
Il traffico caotico ci spaventa … cerchiamo però la bellezza che sicuramente si nasconde dietro questo quadro cupo. Non si comprenderebbe altrimenti la gioia sui volti di tanti. Partecipiamo ad un matrimonio di un’infermiera dell’Ospedale … la gioia ci contagia, soprattutto la danza attraverso la quale si esprime la vitalità di questo popolo.
L'imprevisto
L'imprevisto
Eugenio. dopo alcuni giorni in cui ci ha fatto da padre, amico, primario, autista, cuoco … ad inizio settimana è partito per il Kenya per accompagnare un membro della comunità ad un consulto medico. Rientrerà a fine settimana. Il primo giorno intanto siamo riusciti a sopravvivere. 
Il brano di Vangelo
Il brano di Vangelo
Oggi il brano di Vangelo proclamato nella messa mi ha colpito particolrmente. Scrive l'evenagelista Luca: “In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi”. Impressiona che un Dio che vuole farsi conoscere intimamente dagli uomini comandi di curare i malati per far comprendere meglio il Suo cuore.
Angelo Bricca
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