Passano e i giorni e Angelo Bricca - nostro specialissimo corrispondente dal Congo - va riempiendo il suo quaderno di appunti su storie, iniziative inaspettate e testimonianze che vale davvero la pena scoprire.
Focolare, un'immagine
che ha radici nella cultura locale
Con Eugenio siamo invitati a pranzo nel Focolare femminile di Lubumbashi. Eugenio è di casa, perché normalmente, finita la lunga giornata di lavoro, viene a ritirare la cena che le focolarine con tanto amore gli preparano, e prima del tramonto del sole fa rientro alla casa dove vive, a circa 30 minuti di auto dal centro città.
Siamo accolti da due focolarine in una casa ben curata circondata da alberi di mango, papaia, banane. Arriviamo alle 13.30, in anticipo sull’orario del pranzo ed abbiamo così l’opportunità di palare con Amisa, focolarina congolese che da molti anni vive qui. È un’occasione per guardare la realtà da un’altra prospettiva, da chi ha accolto l’ideale come terreno buono dove il seme ha potuto fruttificare e si moltiplica generando vita nuova. L’annuncio del “mondo unito” - racconta Amisa - mi ha convinto perché ho poi sperimentato l’amore concreto delle prime focolarine europee che ho incontrato a Fontem. Ricordo Monica della svizzera; io lasciavo i miei vesti a bagno prima di andare al lavoro ed al ritorno li trovavo lavati e anche stesi. Eravamo sorelle. Mi sono convinta che era vero quello che dicevano perché lo vivevano.
Punto ristoro "Mafica ya mama"
Il giorno successivo, visita all'Ospedale Chiara Lubich (di cui scriverò in seguito). Proprio a fianco della struttura le focolarine hanno aperto un piccolo luogo di ristoro per offrire al personale dell’ospedale e a coloro che accompagnano i malati, pasti molto semplici ed economici. Amisa vi lavora con entusiasmo ed impegno e mi spiega il senso di quest’iniziativa dal nome originale: "Mafika ya mama". È un simbolo tipico della cultura locale: sono tre pietre dento le quali si pone la legna per il fuoco, che in genere rimane sempre acceso.
Tradizionalmente intorno al fuoco si riunisce tutta la famiglia la sera e gli anziani raccontavano ai giovani le cose belle della vita. Così qui da noi si educavano i ragazzi e le ragazze alla vita futura. La si raccontava in forma di proverbio, di racconti, di esperienze di vita. Si il passaggio della tradizione e di tanti valori avveniva intorno a questo fuoco. Quando poi Chiara ci ha parlato del focolare lo abbiamo capito subito, abbiamo sentito che il focolare era proprio per noi in continuità con la nostra tradizione.
Questa originale tavola calda che dispone di soli tre tavolini e dal nome così evocativo, vuole essere un luogo che accoglie le persone nelle brevi pause di lavoro; vengono a piccoli gruppi e questo ci permette di parlare con loro mentre cuciniamo, di scambiarci consigli, scherziamo, ridiamo. Poi magari ci confidano qualche sofferenza, o scaricano le tensione accumulata durante il lavoro. Questo li aiuta a rientrare nelle loro attività con nuova carica ed entusiasmo, o ad accompagnare i loro parenti malati con nuova speranza.
Anche questo è un nostro contributo specifico come Opera di Maria all’ospedale, per favorire relazioni che edificano e ridonano positività alle persone, tenendo vivi quei valori fondamentali che hanno fatto nascere questo progetto.
Nello spirito dell'EdC