Albania, in viaggio con Angelo - 3


Il Focolare di Tirana è stato aperto da Livio Brianza, focolarino originario di Chiari, 28 anni fa. E' in una zona centrale della città. L’edilizia qui è in grande sviluppo anche perché in tanti, pieni di speranze, si trasferiscono dalla campagna nella capitale dove vive ormai un milione di persone, vale a dire un terzo degli abitanti dell'Albania; è un popolo giovane - l'età media è di 32 anni -  con tanti bambini, come quelli che vedo giocare nel cortile di fronte alla nostra casa.

Attualmente del Focolare maschile albanese fanno parte Damiano, Claudio e Francesco. I primi due sono qui da più di 17 anni, parlano albanese e lavorano all'Università Cattolica di Tirana, uno per l'ufficio acquisti, l'altro ai servizi informatici. Francesco è arrivato recentemente, dopo la morte per Covid di Fabio Fiorelli.  Fabio ha lasciato un segno profondo nel cuore della Comunità locale: anche se era arrivato qui da soli due anni e non parlava ancora bene l’albanese, era riuscito lo stesso a trovare un rapporto profondo con tanti. 





Un ruolo importante nella vita del Focolare è quello dei focolarini sposati. Uno di loro abita proprio a Tirana: è un biologo di origine italiana. Altri tre vivono in Italia - a Verona, Reggio Emilia e Trento - ma si sono legati a questo focolare per sostenerlo ed aiutarlo. Nell'ultimo anno gli incontri sono sempre avvenuti on line, mentre prima del Covid i focolarini sposati riuscivano a trasferirsi qui due volte all'anno per un'intera settimana, potendo così entrare più profondamente nella vita del Focolare e per mettersi al servizio delle Comunità locali.

E’ questa una modalità che permette di conoscerci di più (avviene anche in altri ambiti dell'Opera: Yllka e Valentina, due Volontarie dell'Albania, sono inserite in un nucleo di Casalmaggiore, nel cremonese!), ci fa scoprire dono l'uno per l’altro, e ci fa sentire solidali con la Chiesa qui in Albania che avverte la necessità di testimoni e di continuare ad Annunciare.


Domani andremo a Scutari, antica città al confine con il Montenegro, dove sorge il Santuario della Madonna del Buon Consiglio, testimone delle sofferenze e della rinascita del popolo albanese.

Angelo Bricca