I gesti più che le parole. La spirito ecumenico nell’esperienza dei Focolari a Brescia


“Credi tu questo?”. Sono le parole di Gesù scelte come tema della Settimana di preghiera per l’unita’ dei cristiani 2025. Un appuntamento che ogni anno rilancia l’impegno ecumenico delle comunità cristiane e diventa occasione per fare il punto sui passi intrapresi. Silvana Platto lo fa nell’articolo che segue in riferimento alla realtà bresciana. Scopriamo così una rete di relazioni e di rapporti davvero significativa, un cammino che dà testimonianza della speciale eredità di Chiara Lubich e dell’attualizzazione che impegna l’oggi del Movimento dei Focolari. 





I gesti più che le parole

segni profetici per l'ecumenismo di oggi



Fin dal 1961, ancora prima del Concilio Vaticano II che con la promulgazione del documento Unitatis redintegratio apre ufficialmente la Chiesa cattolica al dialogo ecumenico, Chiara Lubich è in contatto con fratelli e sorelle di varie Chiese cristiane non cattoliche.

Dapprima luterani, poi anglicani, riformati, ortodossi e membri delle Chiese ortodosse orientali desiderano condividere la spiritualità dell’unità nata dal carisma che Dio le ha donato, così Chiara si sente spinta a lavorare per l’unità dei cristiani.

Anche se l’orizzonte ecumenico non è stato da subito presente nell’esperienza spirituale del Movimento dei Focolari, da quando Chiara ha scoperto che esso appartiene al cuore della missione del carisma che Dio le ha affidato, è divenuta una testimone sensibile e una decisa promotrice dell’ecumenismo della vita, del dialogo, dell’ecumenismo del popolo.

Quando negli anni Sessanta, su invito di Papa Paolo VI, si recava a Istanbul ad incontrare il Patriarca ortodosso Athenagoras e lui si dichiarava “focolarino” non mostrava solo un fatto personale, spirituale, ma diceva quanto il Patriarca come cristiano ortodosso, sentiva che il carisma di Chiara andava d’accordo con la sua aspirazione ecumenica.

E’qui forse la portata fondamentale per l’ecumenismo di ciò che Dio ha dato al mondo attraverso Chiara: ognuno la sente propria perché la spiritualità dell’unità è in un senso profondo la Spiritualità della Chiesa universale. Attualmente sono più di 300 le chiese cristiane in cui ci sono fedeli che aderiscono al Movimento.



Il “nuovo ecumenismo” nel carisma di Chiara

Chiedendo a Chiara Lubich quale sia lo specifico contributo che la spiritualità dell’unità può offrire al dialogo ecumenico, lei non esitava a parlare di un “nuovo ecumenismo”, quello del “dialogo della vita” o “dialogo del popolo”, un dialogo che pur non trascurando il dialogo della carità, della preghiera e il dialogo teologico, è un dialogo che mette in evidenza quello che abbiamo già in comune tra tutti i cristiani, come la Scrittura e il Battesimo, con in più la spiritualità dell’unità che ha il suo fondamento nella reciprocità dell’amore.

E’ su questa base che possiamo tessere rapporti di fiducia che si costruiscono giorno per giorno, con fratelli e sorelle di altre chiese, lì dove ci troviamo a vivere.

È questa l’esperienza che alcuni di noi fanno durante la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, ma che poi continua durante tutto l’anno. 




Una focolarina nella commissione ecumenica diocesana

Continua ad esempio con la nostra presenza nella Commissione ecumenica diocesana da oltre 20 anni, prima con Onorina Mazzetti e da quest’anno con Edvige Colombo ed il Vicario diocesano per l’ecumenismo, don Claudio Zanardini, ha proprio chiesto che a sostituirla fosse una donna e focolarina perché ha colto che l’ecumenismo di Chiara ha un orizzonte e un timbro speciale.

Ma non è solo questo, continua anche nei rapporti con gli ortodossi ad esempio per l’inaugurazione della Chiesa ortodossa rumena di Padre Timis, con i vespri ortodossi rumeni moldavi di padre Cirlan, con i rapporti con gli ortodossi russi di Padre Zelinsky e con incontri continuativi con il Pastore della Chiesa Valdese che è in Brescia, Dino Magrì.



L’esperienza con la Chiesa Valdese

“Il pastore Dino, a seguito di contatti con alcuni di noi ha espresso il desiderio di conoscere meglio il Movimento dei Focolari e da parte nostra c’era pure il desiderio di conoscere più in profondità la loro Chiesa, scrive Tina Giachi, così si è formato un gruppetto stabile di persone del Movimento che mensilmente si sono incontrate con lui e alcuni membri della sua Chiesa per approfondire la Parola di Dio.

Nell’anno successivo si sono affrontate alcune tematiche che avrebbero potuto essere divisive come Maria e la persona di Lutero con la visione di un film accompagnato da un appassionante dialogo.

Ne sono seguiti diversi incontri nei quali con grande rispetto reciproco e con semplicità, verità e profondità ci siamo scambiati le rispettive concezioni ed esperienze come fratelli che insieme intraprendono un cammino di unità”.

L’anno scorso il sacerdote diocesano don Andrea Brida, essendo in stretta amicizia con il pastore Magrì ci ha invitato ad una serie di incontri mensili che vedevano presenti la comunità cattolica filippina, la comunità cingalese e il pastore Dino.

Questi incontri hanno lo scopo di favorire un dialogo di popolo proprio come è il desiderio del Movimento, pertanto abbiamo aderito con entusiasmo a questi appuntamenti.

Sono stati accolti una volta anche nel focolare maschile approfondendo il tema “Lo Spirito Santo e il Movimento dei Focolari”, in quell’occasione oltre a persone aderenti al gruppo di don Andrea era presente anche un pastore cinese della Chiesa evangelica. 




“Credi tu questo?”

Quest’anno la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani ha preso avvio dalla domanda che Gesù rivolge a Marta nel racconto della resurrezione di Lazzaro: “Credi tu questo?”.

La domanda esprime il fondamento della fede cristiana e assume ancora più rilevanza nel 2025, anno in cui ricorre il 1700° anniversario della formulazione del Credo al Concilio di Nicea (325) durante il quale i Padri della Chiesa hanno difeso la fede trinitaria nella consapevolezza del dramma delle divisioni della Chiesa antica che stavano affrontando grandi difficoltà e disorientamento.


Da questo confronto, talora anche acceso, è tuttavia scaturita la possibilità di proclamare insieme la nostra fede.


La preghiera ecumenica 

Martedì 21 gennaio nella Chiesa valdese di Brescia, come comunità di cristiani con culture e confessioni diverse ci siamo radunati per celebrare la nostra fede comune nella certezza che Cristo è in mezzo a noi. 


La Chiesa Valdese era molto affollata, le riflessioni profonde ed i canti delle varie tradizioni cristiane ci hanno avvolto in un commovente e melodioso abbraccio.

La settimana di preghiera per l’unità dei cristiani ci ha visti presenti alle varie celebrazioni promosse dalla Diocesi. Sono state occasioni per rinsaldare i vari rapporti sia con i ministri delle diverse chiese ortodosse, con gli incaricati per l’ecumenismo della Diocesi ed il nostro Vescovo Pierantonio che ci ha salutato con grande affetto. 



Il reciproco riconoscimento di valori


“Vivendo il dialogo della vita - scrive Giovanna Gambari del team dell’ecumenismo - testimoniamo che è possibile vivere insieme e creare un clima nuovo di fiducia reciproca tra i cristiani, generando stima e rispetto vicendevole. E questa testimonianza comune è fondamentale per il progredire del dialogo ecumenico. E’ stato un reincontrarsi con i fratelli e un rinnovarsi della condivisione di progetti e un riconoscimento di valori che ci sostengono nella vita di tutti i giorni e nell’impegno sociale,.

Ho potuto ancora scegliere di compiere i miei passi in compagnia di altri fratelli certa di essere popolo. Ancora una volta ho apprezzato la generosità di chi mi sta accanto e, spesso non conosco. Una bella esperienza di luce e di speranza” .

I gesti più che le parole sono oggi i segni profetici per l’ecumenismo in questi nostri tempi così conflittuali.


Silvana Platto