Giovani a Loppiano: legare le viti e crescere nell'amicizia



Nell’ultimo fine settimana di agosto, la cittadella internazionale del Movimento dei Focolari a Loppiano ha ospitato l'incontro di una ventina di giovani in età compresa tra i 13 e i 18 anni provenienti dalla Lombardia - in particolare dalle province di Bergamo e Brescia - dalle Marche e dalla Sardegna.


Nel testo che segue Maria Elena Bottalico, una delle partecipanti, ci racconta l'esperienza vissuta.



Legare le viti e crescere nell'amicizia

A causa della pandemia non avevamo avuto negli ultimi anni occasioni di incontro. Così il primo giorno abbiamo fatto innanzitutto delle attività di conoscenza tra di noi. Ci è stata poi raccontata l’origine di questo luogo sorto tra le colline toscane e siamo andati a visitare il bellissimo atelier dello sculture Ciro Cipollone, scoprendo una grande quantità di creazioni e una persona speciale che ama e conosce tante culture.

E’ venuto poi a trovarci Julio Cesar, uno studente brasiliano dell’Università di Sophia, ateneo che sorge proprio nella cittadella; ci ha raccontato cosa vuol dire studiare a Sophia, l’ambiente multiculturale che la caratterizza e la arricchisce, le scelte che ha fatto nella sua vita, il suo essere parte della vita dei giovani che si riconoscono nella spiritualità dei Focolari e la sua quotidianità a Loppiano. Ci ha dato la possibilità di riflettere sul nostro futuro e ha risposto alle nostre domande.

Dopo la cena alla mensa ci siamo ritrovati in sala per la visione di un film -  “Ma cosa ci dice il cervello” -  che parla di amicizia, di scelte e vita quotidiana. Lo abbiamo apprezzato perché nella sua comicità ci ha trasmesso molti insegnamenti che porteremo con noi.



Tra i filari, fatica e gioia

La mattina seguente, dopo un’abbondante colazione siamo andati alla Cooperativa Loppiano Prima, accolti da Dario Petrucci che ci ha spiegato com’è nata e poi e ci ha portato nelle vigne dove abbiamo dato una mano  nella sistemazione dei vigneti più giovani: ognuno di noi aveva in mano diversi laccetti, con i quali doveva legare ai fili già predisposti tutti quei rami che erano cresciuti verso il basso, e che quindi si trovavano per terra, intralciando così il passaggio dei macchinari. E’ stato un modo per sperimentare la fatica del lavoro agricolo, soprattutto perché sotto il sole, ma anche il fatto che lavorando in una squadra tutto è più semplice.

Nel pomeriggio abbiamo fatto un’attività sull’amicizia: due nostri coetanei avevano preparato una bellissima riflessione portando anche esempi di vissuti personali, e dei lavori da svolgere in gruppo. Infine, abbiamo decorato una maglietta bianca con quello che ci era rimasto di ciò che ci eravamo detti, che sicuramente ci rimarrà come ricordo dei giorni passati insieme. Arrivata sera abbiamo fatto un gioco preparato da chi ci accompagna nel nostro percorso formativo ed educativo: super divertente! Dopo il gioco abbiamo improvvisato dei balli di gruppo e karaoke nei quali ci siamo scatenati come non mai.



Esperienza unica

Il giorno successivo era purtroppo già l’ultimo giorno e tutti iniziavamo a provare un po’ di malinconia dei giorni passati divertendoci insieme, perché nonostante con molte persone non ci conoscessimo è stato bellissimo il fatto che si siano creati subito dei rapporti di amicizia e confidenza. Dopo la colazione siamo tornati alla Cooperativa dove abbiamo visitato la cantina con tutti i macchinari necessari alla
produzione e scoperto le tempistiche e i lavori necessari per ottenere un buon vino. E’ stato molto interessante toccare con mano il percorso che sta dietro a ciò che sta sulla nostra tavola, un esperienza unica!

Dopo una piccola merenda siamo andati alla messa, dove alcuni di noi hanno partecipato leggendo le letture e portando all’offertorio un cartellone con le nostre riflessioni del giorno precedente, spiegando la nostra esperienza. Siamo poi andati a pranzo alla mensa: era uno degli ultimi momenti che avremmo passato insieme e perciò abbiamo cercato di godercelo al massimo.

Il momento dei saluti è stato davvero difficile: è incredibile il fatto che siamo riusciti a creare un rapporto così solido in nemmeno tre giorni, ci siamo lasciati ma con la promessa di rimanere in contatto e soprattutto di rivederci presto!


Un segno di ripartenza

Penso che il ricordo di questo cantiere rimarrà ed è probabilmente stato anche un segno di ripartenza dopo gli anni del Covid che avevano limitato, se non bloccato, ogni possibilità di stare con gli altri. È proprio vero: l’incontro ci arricchisce. Anche per questo speriamo che il futuro ci riservi presto altre occasioni.

Maria Elena Bottalico