Segni di fraternità in risposta alle solitudini della guerra




A distanza di oltre un mese dall’attacco della Russia al popolo ucraino, anche nel nostro territorio continuano e si intensificano le azioni di solidarietà a sostegno dei profughi
che, scappati da quelle terre di guerra, hanno trovato rifugio da parenti o attraverso le associazioni o istituzioni pubbliche. (Nella foto un disegno realizzato dai bambini ospitati al Centro Mariapoli di Frontignano)

Come suggerito dalle reti di coordinamento territoriale della Caritas, anche le persone aderenti al Movimento dei Focolari si sono unite alle diverse iniziative locali.

Sono azioni semplici, ma spontanee e fatte soprattutto con il cuore sempre generoso; nelle case si sono aperti gli armadi della biancheria da casa, dell’abbigliamento per portare quanto più possibile nei diversi centri di raccolta; sono state devolute offerte generose soprattutto attraverso l’Associazione Azione per un Mondo Unito) e l’Azione per Famiglie Nuove che hanno attivato appositamente un conto bancario.
 

- Una signora, dopo aver conosciuto l’esperienza delle focolarine presenti in Ucraina, commossa ha chiamato la referente della Comunità locale di Mantova e ha donato una cifra consistente.

- Al Festival delle Relazioni, conclusosi nel mese di febbraio, a ridosso dell’inizio della guerra, alcuni relatori e tecnici hanno rinunciato al gettone di presenza e la cifra equivalente è stata depositata sempre sul conto dell’AMU.

- A San Giacomo delle Segante (MN) alcune persone aderenti al Movimento stanno collaborando con la Caritas per sostenere le attività di accoglienza in Moldavia promosse da don Cesare, sacerdote molto conosciuto in quella zona.

- Con gli abiti del mercatino “Passaparola”, sempre a Mantova, si riesce a "vestire tanti fratelli ignudi" o a donare materiale che tante signore mandano poi in Ucraina.

- Nella bergamasca, un gruppo di amici si sono impegnati ad arredare completamente un appartamento messo a disposizione da una coppia di loro, in una vera gara di generosità.


Spesso il sostegno si tramuta in accoglienza e in abbracci verso le persone che arrivano nelle nostre comunità dopo aver lasciato o addirittura perso tutto in Ucraina, dagli affetti più cari alle proprie case; in quei casi è il linguaggio dell’amore che comunica.

Incessante è la preghiera per la Pace che vede tutti puntuali al Time-Out del mezzogiorno, ma anche partecipi delle diverse iniziative di preghiera che si susseguono nelle parrocchie e nei Santuari.

f.c.