Abbiamo ricominciato a gustare il bello dell’arte, della lettura, della storia, ma soprattutto dello stare insieme
Sabato 3 luglio, con un doppio appuntamento, si è conclusa la serie di proposte organizzate da alcuni amici del Centro Mariapoli Luce di Frontignano per creare spazi e tempi di “rinascita”, sia personale che comunitaria, vista l’entrata in zona bianca del nostro territorio, dopo il lungo e faticoso periodo della pandemia.
Un gruppetto che man mano si è allargato e rafforzato con il contributo di giovani che, più ancora si sono impegnati ed hanno caricato di entusiasmo le attività.
Un lavoro di squadra, dunque, che dopo aver rinsaldato o costituito rapporti di condivisione di pensieri non solo progettuali, è stato capace di coinvolgere più persone in azioni che volevano favorire e fare gustare “il bello dell’arte, della lettura, della storia e dello stare insieme”.
Visita guidata al castello di Padernello
Nel pomeriggio, quattro passi nella storia, due ore tra passato, presente e futuro, aggiungeremmo oggi… Accompagnati da una competente guida, siamo entrati nelle vicende storiche e famigliari della famiglia Martinengo che ha fatto del maniero di Padernello, fin dal 1400 la propria residenza.
Tra passaggi dal ponte levatoio alle sale affrescate e arredate, scale e scaloni, storie e leggende, quello che più ha sorpreso è stata la passione con la quale un gruppo di persone ha costituito una fondazione per il recupero e la valorizzazione non solo del Castello, (abbandonato dal 1964 e in stato di degrado a causa di crolli e di saccheggi) ma di tutto il borgo medioevale nel quale è inserito. Insomma una storia…viva!
Il bello dello stare insieme
Ci volevano i giovani, coloro che più hanno pagato l’isolamento dovuto alla Pandemia, per ridare l’opportunità di incontrarsi di nuovo! E così è stato la sera dello stesso 3 luglio, tra gli spazi aperti e accoglienti del Centro Mariapoli, rustici porticati e giardino ben curato.
Con tutte le norme anticovid rigorosamente rispettate, distanziamenti controllati, alimenti selezionati, in un batter d’occhio si sono approntate griglie per le salamelle, tavoli con bibite e stuzzichini, altoparlanti per musiche e danze…
Una cena solidale, con presenza di famiglie, bambini , giovani e adulti, ma soprattutto con la voglia di incontrarsi, raccontarsi cose intime e comuni, sorridere e sperare in un futuro che permetta ancora di vivere quell’essere sempre famiglia che Chiara Lubich aveva lasciato come testamento ai suoi.