Festival delle relazioni. Tempo di bilanci

E’ ancora difficile pensare ad un bilancio per questa terza edizione del Festival delle Relazioni il cui scopo voleva essere quello di aiutarci ad andare Oltre la paura, per rigenerare con nuovi sguardi le nostre comunità ferite (come recita il titolo che abbiamo scelto quest’anno).

Il passare da incontri in presenza a conversazioni in streaming è stata per noi una scommessa, perché non volevamo che si perdesse quell’empatia fra pubblico e relatori su cui sempre si era basata la nostra esperienza. Ci siamo accorti che questa diversa modalità di incontro (obbligata per via del Covid), con le circa mille visualizzazioni di ciascuna serata, ci ha dato invece la grande occasione di spalancare le nostre consuete sale di incontro non solo a tutta la Valle Seriana ma a tutta l’Italia e oltre e di incrociare così nuovi volti (lo dicono i messaggi ricevuti che ci dicevano ogni volta la gratitudine per queste riflessioni) soprattutto lo testimoniano coloro che partendo da spunti offerti negli incontri, sono riusciti ad attuare un cambiamento positivo rispetto a precedenti abitudini e schemi di pensiero

Le nostre proposte formative sono sempre state animate dalla passione per l’umanità e i suoi bisogni, con uno sguardo sull’oggi, a quanto viviamo qui e ora; abbiamo trovato in relatori e autori di libri editi da Città Nuova professionisti competenti, che ci hanno offerto nuovi scorci sulla condizione umana, sugli assetti sociali della nostra epoca, sulla cura dell’ambiente come “casa comune”

La finalità del Festival, come gli altri anni, ha voluto evidenziare le Buone Relazioni: il bene comune di cui nessuno può fare a meno e per le quali anche in questa edizione pensiamo di aver offerto un piccolo contributo, una goccia d’acqua rigenerante e ristoratrice.

Alcuni messaggi ricevuti in questi giorni ci confermano nel desiderio e nell’impegno di proseguire questo cammino:

- Bellissimo questo Festival; originale la struttura, snella nella sua dinamica teorico-pratica. Complimenti per questo bozzetto di Mondo Unito

- E’ un progetto di formazione culturale dentro una visione antropologica aperta, fondata sul trascendente oltre che sull’umano

- Questo festival promuove e rinsalda la rete delle relazioni e fa vivere ai partecipanti un’esperienza di relazione autentica

- Questo festival ha offerto riflessioni e dialoghi, ha offerto sguardi nuovi e ampi, oltre le nostre singole esperienze, che si sono rivelati generativi di speranza

- Esperienza unica e anche un po’ eccezionale.


Franca Capponi