La scuola è on line ma la concretezza dei problemi di una studentessa "buca lo schermo". Ed è così che Rosanna...



Insegno in una scuola superiore e quest’anno mi sono resa disponibile a coordinare una classe quinta. Dopo qualche settimana dall’inizio della pandemia e lockdown una studentessa mi chiede di parlarmi dopo la video lezione. Scopro così che sua madre si è recata nel paese d’origine, come previsto da tempo, ma che a causa della chiusura delle frontiere non può più rientrare.

Da questa confidenza nasce un rapporto che la fa sentire libera di raccontarmi anche ciò che vive nel profondo: ansie, paure e anche la poca stima di sé stessa e delle sue capacità. All’inizio il suo papà, che vive in un altro comune del bresciano, può andare a trovarla e portarle la spesa e ciò di cui ha bisogno, ma con il perdurare della pandemia anche lui viene messo in cassa integrazione non può più uscire dal suo comune.


Il coraggio di amare e di condividere

Condivido tutto ciò con il Consiglio di classe, anche altri docenti hanno aperto, per così dire, canali di comunicazione personali con lei, che è comunque sempre restia a farsi aiutare da strutture che, nella sua esperienza di bambina prima e adolescente poi, non l’hanno aiutata ma solo portato più dolore. Ci rendiamo conto che si fida solo di noi e cerchiamo di starle vicino come possiamo.

Un sabato pomeriggio la chiamo così per sapere come va, praticamente l’ho svegliata perché aveva studiato e lavorato ai progetti per l’esame fino a tardi, poi via chat aveva pure litigato col moroso, e sebbene fossero le 4 del pomeriggio non aveva ancora mangiato.

Cerco di ascoltarla ma anche di sdrammatizzare e ridere un po’ sul fatto di cucinare e bruciacchiare di tutto raccontandole fatterelli della mia vita quotidiana, così ride anche lei. Più tardi mi manda un messaggio: ha mangiato la pasta al tonno come le avevo suggerito!


Il contagio del virus dell’amore

Per il perdurare della situazione il Consiglio decide di intervenire: una collega, in accordo con il marito, mette a disposizione il furgoncino per la consegna di frutta e verdura con cui può circolare per le consegne anche fuori comune, e ognuno di noi versa sul suo conto la cifra che vuole.

Con quello che si raccoglie si provvede a portarle frutta e verdure fresche ma anche del contante per poter pagare le bollette e le ricariche telefoniche che le permettono di usare internet per le lezioni e non solo. La sua sorpresa e gioia sono incontenibili, chiama tutti i professori per ringraziare e non sa come fare a sdebitarsi, ma tutti le rispondiamo che deve solo essere certa che noi le vogliamo bene, che non è sola e può contare su di noi.

Con questa esperienza il rapporto tra noi docenti è diventato più vero e, in qualche modo lo sguardo su ciascuno di noi e sui nostri studenti ha assunto uno “spessore” diverso.

Rosanna