E’ un tempo questo in cui, forse a causa dei molti bisogni che sempre più si stanno evidenziando, si sta mettendo in moto un’attenzione particolare verso gli altri, un nuovo impulso a vivere la carità, la comunione dei beni, la cultura del dare. Sicuramente utilizzare i messaggi WhatsApp ci permette di farlo in tempo reale, coinvolgendo molti in una gara d’amore.
Servono scarpe n. 31
E così che la settimana scorsa, avendo saputo casualmente che si stava cercando un paio di scarpe n. 31 per un bimbo straniero, è bastato coinvolgere la comunità con un breve messaggio, che subito mi è arrivata una fotografia con 2 paia di bellissime scarpe primaverili, che ho subito inoltrato a chi mi aveva fatto la richiesta. Dopo pochi giorni ho potuto consegnare all’incredulo destinatario le due paia di scarpe n. 31 che hanno dato sorpresa e una gioia infinita.
I giochi delle casette da giardino
Il giorno dopo leggo su una chat di cui faccio parte anche io, la disponibilità di una casetta di plastica per bambini da mettere in giardino. C’era tanto di fotografia ed era veramente bella. Così ho pensato subito a due giovani mamme che conosco e ho inoltrato loro subito la fotografia, chiedendo se qualcuna di loro fosse interessata. Mi ha sorpreso la tempestività della loro risposta affermativa. Nel frattempo però un’altra persona aveva letto della disponibilità di quella casetta che sembrava fatta apposta per una comunità di mamme con bambini, con la quale era in contatto e pertanto ben conosceva i molti bisogni. Nel giro di mezz’ora c’era una casetta ma con ben tre possibili destinatari. Naturalmente eravamo subito tutte d’accordo a dare la precedenza ai bimbi di quella comunità. Sembrava finita così, c’era comunque un lieto fine alla storia.
Chiedere con fiducia smisurata
Ma quasi subito mi è tornata in mente la nota esperienza di Chiara: la sua richiesta di un paio di scarpe n. 42, la fede con cui le aveva chieste a Gesù per quel povero che ne aveva bisogno e la sua gioia nell’uscire di Chiesa e ricevere un pacco che conteneva proprio un paio di scarpe n. 42.
In quei tempi Chiara e le sue compagne vivevano con questa certezza nell’intervento di Dio. Questa immagine mi ha fatto subito riflettere e mi sono chiesta se io il Vangelo lo vivevo in quel modo! Non serve dire la risposta che mi sono data! Ma potevo cominciare in quel momento. “Gesù non ti chiedo un paio di scarpe n. 42 ma 2 casette di plastica per due bambini che sarebbero molto felici di riceverla!”.
Poi lo scrivo su un gruppo WhatsApp. Ed ecco arrivare quasi subito una prima risposta, una casetta era disponibile! Non mi sembrava vero. Ma me ne sarebbe servita ancora una! Il giorno dopo raccontando ad alcune amiche la mia sorpresa davanti all’azione della Provvidenza, ecco che una di loro mi dice: “Dieci minuti fa mi è arrivato un messaggio da una famiglia che conosco: hanno una casetta disponibile, tra un paio di giorni te la posso far avere!”
Inutile dire la mia gioia e quella delle due giovani mamme, incredule davanti a questo tocco d’amore di Dio nella loro via. Sì il Vangelo è proprio da vivere! Questa è la lezione che ricevo dalla Provvidenza ed è questo il messaggio che vorrei portare a tutti per contribuire a ridare speranza in questo tempo di pandemia. Per la cronaca: oggi ho ricevuto una richiesta per un’altra casetta. Sto facendo l’immobiliarista! Ma è per conto di Dio!
Emi Lorini