La pandemia ha fatto il mondo più solidale! La storia di Chiaretto Yan e delle mascherine sanitarie arrivate nelle nostre comunità

Le mascherine sanitarie sono un aiuto importante per proteggerci (e al tempo stesso proteggere chi incontriamo) dal rischio di contagio del Coronavirus. Il problema è che non se ne trovano. Ne hanno parlato i mass media di mezzo mondo e in varie parti del pianeta c'è chi si è preoccupato concretamente per noi. Anche dalla Cina




Sono Chiaretto Yan, vivo a Shanghai. Un giorno mi ha chiamato un amico di mio fratello. Questo amico non è cristiano. Mi ha detto: “So che avete molti amici in Italia, vedo che la situazione lì è molto difficile. Ho 10.000 mascherine sanitarie disponibili e vorrei fare qualcosa. Potete mandarle a chi ha bisogno” Sono stato colpito dalla sua generosità. Per capire come fare ho chiesto aiuto a Ida, un avvocato che insieme al gruppo di amici dei Focolari già stava inviando da Shanghai piccoli pacchi di mascherine e dispositivi di protezione agli amici in diversi parti d'Italia, e grazie a lei abbiamo trovato il canale più conveniente e rapido per far arrivare il materiale in Italia.

Mi sono messo in contatto con il Centro del Movimento dei Focolari a Roma che subito mi ha indicato dove c'era urgentissimo bisogno di mascherine: a Bergamo (appoggiandoci alla onlus MT-25), a Brescia (tramite la Caritas diocesana), allo Spazio Aperto Servizi di Milano e all'Opera Don Guanella di Roma.


Arrivano anche gli aiuti per la spedizione

Poche ore dopo aver ricevuto il dono delle 10.000 mascherine sanitarie, un’amica di Pechino mi chiama dicendo che un parrocchiano ha numero di mascherine e vuole offrirle per Italia. Sono davvero sorpreso, ma anche preoccupato per i costi di spedizione, che non sono pochi. Ma questa subito mi dice: "Non preoccuparti. Qualcuno se ne prenderà cura".

Mentre stavamo confezionando i pacchi per la spedizione, ho scattato qualche foto e le ho diffuse attraverso i social-media. La sera stessa una vicina di casa le ha viste e mi ha inviato 2000 kuai (300 euro) con il telefonino, come segno di apprezzamento e di contributo; uno studente ha fatto lo stesso inviando 100 kuai, il giorno seguente un'altra signora mi ha inviato 10.000 kuai (1.400 euro circa).


Se il virus è quello della solidarietà

Quella sera stessa è arrivata un'altra novità. L'amica avvocato di Pechino mi ha chiamato dicendo di avere a disposizione altre 30.000 mascherine. A chi mandarle? Ho chiamato a Bergamo Tanino Caruso di MT25, che è anche medico, il quale non solo mi ha suggerito come destinatario  l'ospedale da campo in allestimento nella sua città, ma ci ha dato anche ottimi consigli per la spedizione e le procedure doganali.


In cinese si dice "Jiayou"

Per me è come testimoniare di persona il miracolo della moltiplicazione del pane come al tempo di Gesù. La pandemia ha fatto il mondo più solidale. Il cerchio di aiuto si sta sempre più allargando. Sono in contatto con diverse persone, non-cristiani, sacerdoti, laici, gruppi cattolici magari prima erano indifferenti uno con l’altro, ora tutti vogliono fare qualcosa, offrire i loro aiuti, scambiare informazioni e moltiplicare le operazioni. Oggi stiamo ancora spedendo altre 5000 mascherine al carcere di Frosinone, alla comunità di Nuovi Orizzonti e ad alcuni focolari. L'esperienza è davvero molto incoraggiante, in cinese si dice JIAYOU!

Preghiamo che passi presto questo male, questo coronavirus che si sta diffondendo in Italia e nel mondo. È pericoloso e contagioso. Ma si sente di più la solidarietà e la catena di aiuto che si sta creando, che è ancora più potente e contagiosa. Si chiama amore".




Un'esperienza di generosità commovente che è arrivata anche non solo a Bergamo e a Brescia. Pur nella difficoltà oggettiva di effettuare spostamenti fra città, sono state fatte arrivare in tante situazioni critiche anche a Mantova e a Cremona: a degli operatori di case di riposo che non ne avevano più, alle cassiere dei supermercati che sono a contatto diretto con la gente, a tante famiglie.