La vita in quarantena di Luigi e Mariarosa. Una corrispondenza dalla "zona rossa" del lodigiano isolata per il Coronavirus
Gigi Lucchini abita a Somaglia, a 6 chilometri da Codogno, cittadina del lodigiano nel cui ospedale è esploso il contagio del Coronavirus. E’ nel cuore della cosiddetta “zona rossa” isolata dal resto della Lombardia per il timore di una diffusione del virus. Conosce come pochi il suo paese e la sua gente: è stato infatti sindaco di Somaglia per 18 anni, dal 1986 al 2004.
Con sua moglie Mariarosa ha scritto un articolo per Città Nuova on line, la rivista del Movimento dei Focolari, in cui racconta di come si vive in quarantena. Una corrispondenza piena di fatti che smentiscono i racconti ansiogeni che ci vengono propinati ora per ora da televisioni e social media: a Somaglia la vita continua, con gesti di condivisione e di fraternità.
“Ieri - scrivono Gigi e Mariarosa - con alcuni volontari […] abbiamo portato cibo, arrivato inaspettatamente da un supermercato, a diverse famiglie di nostri amici stranieri ed italiani in difficoltà economiche. In particolare alle nostre migranti nigeriane del centro di accoglienza di Somaglia, rimaste senza rifornimenti a causa del blocco stradale. E’ stato un episodio arricchente, che ci ha fatto riscoprire il valore del dono, del bene e ci ha ancor di più unito”.
QUI il testo integrale da Città Nuova on line
Con sua moglie Mariarosa ha scritto un articolo per Città Nuova on line, la rivista del Movimento dei Focolari, in cui racconta di come si vive in quarantena. Una corrispondenza piena di fatti che smentiscono i racconti ansiogeni che ci vengono propinati ora per ora da televisioni e social media: a Somaglia la vita continua, con gesti di condivisione e di fraternità.
“Ieri - scrivono Gigi e Mariarosa - con alcuni volontari […] abbiamo portato cibo, arrivato inaspettatamente da un supermercato, a diverse famiglie di nostri amici stranieri ed italiani in difficoltà economiche. In particolare alle nostre migranti nigeriane del centro di accoglienza di Somaglia, rimaste senza rifornimenti a causa del blocco stradale. E’ stato un episodio arricchente, che ci ha fatto riscoprire il valore del dono, del bene e ci ha ancor di più unito”.
QUI il testo integrale da Città Nuova on line