E’ il viaggio di 29 ragazzi e ragazze coreani tra i 14 e i 18 anni che, con i loro quattro assistenti, hanno intrapreso, partendo dalla loro terra per raggiungere quella di Chiara Lubich, nel Trentino; un viaggio lungo più di una giornata che richiedeva una sosta prima di partecipare ad un incontro che avrebbe radunato oltre 460 ragazzi provenienti da tutto il mondo.
Tappa: centro Mariapoli Luce di Frontignano, dal 30 dicembre al 2 gennaio.
Accoglienza, riposo, festa
Ad accoglierli diversi volontari e volontarie che da tempo sono “a servizio” del Centro Mariapoli per far trovare casa a chiunque possa passare da lì.
Chi ha vissuto direttamente questa esperienza racconta:
La stanchezza del viaggio ed il cambio di fuso orario hanno condizionato i primi momenti della permanenza di questi ragazzi, nonostante il coinvolgimento al cenone di fine anno preparato con cura e vissuto insieme ad altre 50 persone della comunità locale.
Ma poi…
Non è certo passata inosservata la loro presenza nella piccola chiesa del paese dove per la prima volta (e forse unica), durante la messa di ringraziamento celebrata in chiusura dell’anno, sono state proclamate le letture anche in coreano oltre che in italiano, ed ai partecipanti la funzione liturgica sono stati rivolti gli auguri per il nuovo anno anche nella lingua d’Oriente.
La freschezza dei loro sorrisi e la curiosità stampata nei loro occhi hanno accompagnato la gita organizzata al castello di Padernello dove tutto per loro era nuovo e quindi fotografabile dai sempre pronti cellulari.
Mani giunte, inchini e danze: l’Oriente ringrazia
Il “grazie” espresso a mani giunte abbozzando un inchino, comunicato da questi giovani per l’accoglienza e le piccole attenzioni ricevute, si è poi concretizzato in un momento di festa nato spontaneamente prima di ripartire, con brani suonati al violino, danze, balli e canti offerti da questi artisti in erba dagli occhi a mandorla.
E chi tra noi era presente si è così trovato coinvolto in un clima di famiglia dove la differente (e per noi incomprensibile) lingua coreana non ha rappresentato un ostacolo: i sorrisi ed i reciproci gesti di affetto hanno raggiunto il cuore di ciascuno.