La piramide rovesciata di Città Nuova

Da qualche tempo, circa una volta al mese, è diventato prassi una video conferenza che collega da più punti d’Italia appassionati lettori e sostenitori del Gruppo editoriale Città Nuova.
Un’esperienza unica nel suo genere
Certamente qualsiasi redazione, da quella delle testate più note alle meno conosciute, vive periodicamente momenti di confronto all’interno della stessa redazione e/o con i propri inviati, ma crediamo che il collegamento video vissuto anche la sera del 4 novembre tra la Direzione, la Redazione e i sostenitori di Città Nuova, sia una specie di scelta rivoluzionaria, quasi da far tornare alla mente quel concetto di “piramide rovesciata” tanto caro a papa Francesco. 
73 i punti di ascolto e di collegamento (e fra questi uno da Brescia con la presenza di 22 persone) per questo appuntamento, nel quale si sono passati in rassegna alcuni punti programmatici e critici della rivista: ascolto e gratitudine gli atteggiamenti che maggiormente sono emersi da un dialogo a tutto campo, tipico del Movimento dei Focolari di cui la testata è espressione.
“Ci impegniamo insieme per un unico obiettivo - ha concluso il collegamento Aurora Nicosia, direttore delle rivista - quello della realizzazione di un mondo unito” e per questo non si può che collaborare insieme.
Guardare, analizzare, proporre, divulgare
Sono alcuni dei paradigmi emersi dal collegamento-dialogo: dall’analisi dell’esperienza del CittaNuovaDay che ha messo in evidenza tanta vita buona ma ancora “sommersa”, l’impegno delle nuove generazioni, una  partecipazione e un’eco mai registrate finora e sulla quale “ci abbiamo scommesso insieme”, ad un commento sui dati relativi alla campagna abbonamenti dello scorso anno; dalle nuove proposte letterarie (ogni anno vengono pubblicati circa 60 nuovi libri) al contributo formativo della rivista; proposte di sondaggi per individuare richieste ed esigenze dei lettori e per cercare di intercettare e dare risposte alle problematiche etiche e sociali più ricorrenti. E ancora, impegno a tessere rapporti e dialoghi sempre più stretti con i territori e la disponibilità da parte dei redattori di “entrare” nei nostri ambienti per continuare un percorso “a corpo” iniziato e che ormai non può che intensificarsi e andare avanti verso… l’ut omnes unum sint.