E’ l’Idea proposta per il mese di novembre, nata per permettere anche a coloro che, pur non condividendo una fede religiosa, hanno in cuore il desiderio di vivere per un mondo migliore, animato dall’amore.
Ecco le proposte concrete per attuarla.
Avere fiducia in tutti
Come fare a non rimanere chiusi e a non mantenerci solo in relazione con quelli che la
pensano come noi? Il segreto è avere fiducia in tutti, con l’amore, poiché l’amore è sempre
aperto, non ha limiti e non può ridursi ad avere un rapporto con un gruppetto soltanto. Cioè, la
prima cosa che dobbiamo fare è quella di condividere la gioia con gli altri.
Mettersi nella “pelle dell’altro”
A questo riguardo commentava Chiara Lubich: “Per amare è necessario ‘farsi uno’ (identificarsi)
con ogni fratello. Entrare il più profondamente possibile nell’animo dell’altro; comprendere veramente
i suoi problemi, le sue esigenze; condividere il suo dolore, le sue gioie; piegarsi di fronte al fratello; in
qualche modo essere l’altro (..); in questo modo il prossimo si sentirà compreso e sollevato”.
E’ un invito a mettersi nella “pelle dell’altro”, come espressione concreta della carità vera.
Forse l’amore materno è un buon esempio per illustrare quest’IDEA attuata: la madre sa
condividere la gioia del figlio, e il suo pianto quando soffre, senza pregiudizi né condanne.
Approfondire la vita interiore, fonte dell’amore
Per vivere l’amore in questa dimensione, senza rimanere rinchiusi nelle proprie
preoccupazioni, nei propri interessi e nel proprio mondo, c’è un segreto: approfondire la vita
interiore che è la fonte stessa dell’Amore. Si dice, infatti, che la chioma dell’albero corrisponde al
diametro delle sue radici. Così succederà pure di noi: se facciamo crescere in profondità, ogni
giorno, la nostra interiorità, crescerà anche il desiderio di condividere la gioia e di portare i pesi
di coloro che sono vicino a noi. Il cuore si aprirà e sarà sempre più capace di contenere tutto ciò
che i nostri fratelli vivono nel momento presente. Allo stesso tempo, l’amore al fratello ci farà
entrare ancora di più nell’intimità del nostro io profondo.
Le buone relazioni
Vivendo così avvertiremo una svolta negli ambienti dove siamo, a cominciare dalle relazioni
nelle nostre famiglie, nelle scuole, nei posti di lavoro, nelle nostre comunità… e sperimenteremo
che l’amore sincero e gratuito, presto o tardi, torna e diventa reciproco.
E’ la forte esperienza di due famiglie in Italia: una cristiana e l’altra musulmana che hanno
condiviso difficoltà e momenti di speranza. Quando Ben si ammalò gravemente, Tatiana e Paolo
accompagnarono sempre in ospedale sua moglie Basma e i loro due figli. Nonostante il dolore
per la perdita del marito, Basma pregò con i suoi amici cristiani per un’altra persona gravemente malata, lo fece sul suo tappeto orientato verso la Mecca, e disse: “La gioia più grande è sentirsi parte di un corpo solo in cui ognuno desidera il bene dell’altro”.