GEN ROSSO a Clusone: tappe di una mini tournée per… conoscere un’altra umanità

Due concerti acustici, un incontro con i ragazzi dell’Istituto Superiore Fantoni, l’animazione della messa domenicale nella Basilica hanno caratterizzato il weekend dell’ 8 e 9 giugno che ha visto protagonisti i giovani del Complesso internazionale del Movimento dei Focolari.
Un legame speciale
Sono tornati per la terza volta, su invito dell’Oratorio di Clusone e della Comunità locale del Movimento dei Focolari; 1987 e 2000 gli anni in cui il Gen Rosso aveva fatto tappa precedentemente nella cittadina bergamasca. Un legame che si legge nelle pieghe nascoste di rapporti personali, di storie di amicizia e di familiarità, di intenti e di progetti che accomunano: la fraternità universale cui tendere attraverso una vita che poggia sulle Parole del Vangelo incarnate.
Sono stati accolti da una comunità viva, non basata su formalismi o contratti, ma su uno spirito di servizio e di condivisione, che ha accomunato tutti come in una vera famiglia.

I concerti e le emozioni
Due i concerti Live, acustici, in cui sono state presentate rivisitazioni in chiave rock o pop delle canzoni più significative che hanno fatto la storia dei cinquant’anni di vita del Gen Rosso; oltre 600 gli spettatori. Ma è giusto parlare di spettatori quando ci si sente pienamente coinvolti nei canti, nei gesti e nelle emozioni?
Elena, una delle innumerevoli fans che segue il Gen Rosso fin dalla sua adolescenza, racconta.

Ti guardano dritto negli occhi e chiamano proprio te. Anche i più timidi alla fine cedono all’invito a tenere il ritmo con le mani, che è lo stesso che accettare la sfida a “vivere per amare”, come canta il Gen Rosso. Si percepisce che dietro le parole c’è una storia personale di vita vissuta. “Dicono qualcosa”. E la vita vissuta viene fatta scorrere in immagini che parlano più delle parole, nei video proiettati sul grande schermo dietro la band. I nostri raccontano due tra le tante tappe della loro tournée internazionale in Kenia e a Cuba. Ti fanno rivivere momenti intensissimi in cui sul palco si scatena l’energia di questi ragazzi. E’ la pazzia di chi crede che, se si vuole, si può, così come si può rinnovare il credo di “Conosco un’altra umanità”, “Le ombre si distendono”, “Vorrei”…
In una sala sempre più accesa e colorata, dove si intrecciano sguardi di ogni generazione, si fa strada la promessa della buona novella del Vangelo, che si traduce in gioia contagiosa.
E allora non puoi non congedarti dal gruppo con quel motivetto in testa che è entrato anche ai meno esperti di inglese: “making  space for love”. Fare spazio all’amore.

Dal palco alla palestra: una vita narrata e cantata che continua

Si chiacchiera tra amici e colleghi sulla realtà dei nostri giovani si conviene sull’importanza di dare loro testimonianza e testimoni, di dire il bene e dirlo bene e ci si ritrova a parlare del GEN ROSSO: Chi più di loro può parlare al cuore dei ragazzi della nostra scuola?” racconta il prof. di religione dell’Istituto Fantoni. Arrivano per i loro concerti a Clusone proprio la vigilia dell’ultimo giorno di scuola e perché non osare, esagerare, forzare la mano al buon senso e contare sulla disponibilità di questi ragazzi… Si osa e…“OK, veniamo sabato mattino!!!”
Poco tempo per organizzarci, per mandare le circolari alle classi, per sistemare la palestra della scuola con colori e scritte. Siamo in 170 ad accogliere i sei amici del GEN ROSSO che arrivano da noi già “carichi” per coinvolgerci con i loro canti e le loro testimonianze.
La storia della batteria rossa donata da Chiara Lubich a quei ragazzi cinquant’anni fa, dà inizio al racconto delle loro prime esperienze a Loppiano, (cittadella del Movimento dei Focolari), le prime canzoni fino ai concerti in giro per il mondo, il video degli work shop nelle scuole e nelle città, le testimonianze personali: raccontano la scoperta di una vita carica di speranza che si riflette nel loro messaggio finale…Conosco un’altra umanità, quella che sa dare anche la sua vita per morire per la propria gente…L'umanità che crede nell'amore.
Conclude il prof. Gamba: Questa è l’umanità che ha dato forza e incoraggiamento a chi magari ha ancora paura a farsi avanti; tanti studenti si sono meravigliati della determinazione al bene di questi giovani “non anestetizzati” dalla noia e dai social e che hanno suscitato il desiderio di poterli avere nel futuro a scuola per un concerto… condiviso!!!