Da Mantova al Congo attraverso un concerto domestico che diventa "mensa della bellezza"

E' la storia di Eugenio Ferri, medico chirurgo all'Ospedale di Piacenza, a fare da incipit all'articolo che "OglioPoNews", quotidiano on line del Casalasco-Viadanese, ha dedicato ad una singolare serata di musica che ha avuto come teatro "casa Mafredi" a Villa Pasquali, frazione di Sabbioneta in provincia di Mantova.

Originario di Carpaneto Piacentino, Eugenio oggi vive nel Focolare di Brescia. Ha svolto gran parte della sua professione all'estero: dal 1989 al 2000 ha operato a Lipsia, nell’ex Germania Est. Rientrato in Italia ha iniziato a lavorare nell'Ospedale di Piacenza. Nel 1998 ha avuto una prima esperienza in Africa, a Fontem in Camerun; ci è tornato nel 2013 per un periodo più lungo. Ha messo la sua professionalità anche a servizio dei malati dell'Ospedale che i Focolari gestiscono a Kinshasa, in Congo.

"E' un ospedale che si occupa soprattutto delle cure urgenti per mamma e bambino - ha detto il medico focolarino durante la serata a Villa Pasquali - ma nei mesi scorsi questo è in parte stato distrutto dall'esplosione del silos di un'azienda che sorge proprio a ridosso della struttura: noi vogliamo ricostruirlo”.


L'articolo

Conviene partire da qui - scrive il cronista di OglioPoNews -  per spiegare il perché di un concerto domestico organizzato dalla famiglia Manfredi a Villa Pasquali. Un concerto dal sapore internazionale, al quale prendono parte artisti del comprensorio Oglio Po, ma anche del Gambia, del Senegal, e, restando in Italia, di Cremona, Mantova, Brescia e di Roma. “Seguendo la stella”, questo il titolo dell’iniziativa alla vigilia dell’Epifania, si possono scoprire e assaporare le note del maestro Enrico Pompili al pianoforte, che non resiste alla tentazione e ticchetta anche da lontano. Un pianoforte che, come spiega Andrea Romanazzo da Roma, che suona basso elettrico e contrabbasso, ha un forte significato simbolico richiamato dai suoi colori: ebano e avorio, bianco e nero, vivono sul pianoforte nei tasti uno a fianco all’altro. “Perché anche noi non possiamo fare lo stesso?” s’è chiesto il musicista romano.

Musica e parole

La scaletta procede, fluente, dalla classica al blues, al valzer. Il padrone di casa Giovanni Manfredi suona la chitarra facendosi accompagnare dal contrabbasso, Mario Sarzi Puttini e Guglielmo Razzini danno vita a un duetto con sax e piano. La giovane Federica Storti emoziona con l’immortale “Hallelujah” di Leonard Cohen. C’è spazio pure per la prosa, con Claudia Coppi che, trattandosi di Epifania o meglio dell’attesa della stessa festività, legge la storia della stella piccina, la Speranza, che trascina le altre sorelle più grandi di lei. A completare il panorama musicale di grande livello Alessandro Zaini di Cremona, accompagnato da Manfredi in tre diversi brani, che associano al banjo, la chitarra e poi il contrabbasso. Spazio alle corde vocali, con la cantante Eva e successivamente Rapper Kose, musicista di 39 anni di Castellucchio noto alle cronache “per il suo incontro con Dio, che mi ha illuminato la vita”, come ha più volte spiegato lo stesso Cosentino.

In video dal Congo

Classica, rap e altri generi, in un mix di emozioni e note. Non mancano i bonghi, con la spiegazione del loro utilizzo e della loro costituzione da parte dei ragazzi che li suonano, né le curiosità: ad esempio il videocollegamento con il Congo, gli auguri improvvisati al dottor Ferri, fresco di compleanno, e un torrone molto particolare. Si chiude idealmente con le note di Morricone, che al pianoforte hanno sempre un certo fascino, sciogliendo un appuntamento dal forte impatto emotivo e, con la raccolta fondi, pure molto concreto nell’aiuto che sa dare.


La musica, l’arte e la bellezza sono un nutrimento necessario

Sara Manfredi, organizzatrice della serata, spiega: “E’ stato un incontro domestico con la bellezza. Abbiamo vissuto momenti comunitari in cui persone, che si conoscono tanto o magari per niente, si ritrovano alla mensa della bellezza e si nutrono di cose belle e buone. E’ stata una esperienza inclusiva in cui i protagonisti sono sia professionisti, sia dilettanti e appassionati di tutte le età. È imprevedibile quello che si viene a comporre: la scaletta infatti si definisce pochi minuti prima dell’evento. La musica, l’arte e la bellezza sono un nutrimento necessario che ci rende persone migliori, perché tocca la nostra interiorità. Ci fa prendere contatto con la parte migliore di noi, rendendoci persone capaci di intessere relazioni positive. Si può creare perciò una dimensione di famiglia in cui sperimentare calore, apertura e spontaneità”.

oglioponews.it