Leggere insieme per capire di più e creare antidoti a narrazioni fasulle e propaganda. L'esperienza di un gruppo di cittadini di Brescia

C’è un gruppo di cittadini che ogni settimana s’incontra per leggere e discutere insieme articoli, commenti, editoriali della rivista Città Nuova.

Si prendono del tempo per approfondire i temi del momento, per capire di più, per mettere in comune i pensieri e arrivare a farsi un’opinione. Un esercizio di cittadinanza attiva, di consapevolezza, di responsabilità. A far parte del gruppo sono persone che a diverso titolo fanno riferimento al Movimento dei Focolari della Comunità locale di Brescia.

Su un tema scottante come quello dell’immigrazione hanno deciso di rendere pubblico il loro lavoro di approfondimento attraverso una lettera al direttore del principale quotidiano della città, il Giornale di Brescia, che l’ha pubblicata nell'edizione di venerdì 2 novembre con questi titolo: “Le migrazioni sono da regolare ma l’Africa va aiutata”. Fosse stato per noi, avremmo titolato così:




Solidarietà europea, principio irrinunciabile

Siamo un gruppo di dodici amici che si trovano periodicamente per esaminare in modo approfondito le vicende riportate dai mass media, che più incidono sulle strutture sociali, cercando così di dar vita ha una cittadinanza più attiva. Nel nostro ultimo incontro ci siamo occupati dell’immigrazione e siamo giunti a conclusioni che ora vorremmo sottoporre alla sua attenzione e a quella dei lettori del suo giornale.

Noi crediamo innanzitutto che l’immigrazione non sia tanto un problema di sicurezza, quanto di giustizia .Si tratta cioè di sapere qual è l’atteggiamento giusto da assumere verso chi sta peggio di noi e ci chiede di condividere, venendo a lavorare in Italia, il benessere di cui noi godiamo da almeno tre generazioni. Noi non crediamo che si possa parlare di invasione per l’Italia se le persone costrette a lasciare le loro case «per cause estreme» nel 2017 sono state 68,5 milioni e gli sbarchi nel nostro Paese nei primi sei mesi del 2018 sono meno di 20.000.

L’Italia è uno stato di diritto e non possiamo permettere alla retorica dell’invasione di sostituirsi a l’universalità della nostra cultura politica costituzionale. Né tanto meno possiamo permettere che si cerchi di additare negli immigrati il nemico da combattere, in quanto causa del disagio economico, che trae invece le sue origini nel crollo dei mercati finanziari del 2008, e dell’aumento della criminalità, che in Italia è in diminuzione.

I sempre più frequenti fatti di razzismo - ultimo quello recentemente riportato del bambino imbrattato di bianco «per fargli cambiare colore» - ci avvertono che la deriva xenofoba è dietro l’angolo anche nel nostro Paese, il quale, ricordiamocelo, approvò nel non lontano 1938 le leggi razziali.

L’Africa è un nostro vicino. Dobbiamo aiutarla sostenendo la messa in atto di «un partenariato volto a una trasformazione socio-economica sostanziale del continente africano», come afferma il Consiglio europeo del28 giugno 2018,vigilando affinché gli investimenti non cadano nelle mani della corruzione e finiscano per alimentare il mercato delle armi, ma incoraggino a porre attenzione all’istruzione, alla salute, alle infrastrutture, all’innovazione, al buon governo e all’emancipazione femminile.

Non ci sono dubbi per noi che le migrazioni vadano gestite e regolate in modo concertato dall’Unione europea e dagli Stati membri. La solidarietà europea è e rimane un principio irrinunciabile.


Giorgio e Margaret Zecchini
Giuseppe e Mariarosa Collurà 
Emilio e Manuela Quinzani
M. Giuseppina Frasca
Battista Bonometti
Francesco Verzura
Angiolina Ferlinghetti
Dino Sottini
Tiziano Don