Sessantotto: ricordi e pensieri (e non solo di chi l’ha vissuto!)

Si avvicina l’appuntamento con LoppianoLab 2018 [il programma più aggiornato lo trovi QUI]. Con un tema impegnativo e stimolante: “Dal sogno all’impegno. Educazione, partecipazione, lavoro a cinquant’anni dal ’68”.

Cliccando sul banner dedicato che trovate nella nostra home page è possibile rileggere le diverse notizie che fino ad ora abbiamo pubblicato sull’appuntamento.

Da oggi in avanti, però, vogliamo preparare la due giorni di Loppiano offrendo ai nostri lettori qualche ricordo e riflessione personale: a chi ha vissuto quel momento storico abbiamo chiesto di raccontarci come lo ricorda; a tutti gli altri cosa ha rappresentato il racconto del ’68 nella loro formazione.

Oggi pubblichiamo gli short message di Giorgio Zecchini, Franca Pavoni e Francesca Giugni



Giorgio Zecchini aveva 29 anni nel 1968
Viveva a Brescia, studiava a Milano

Nel luglio del '68 scavalcavo le "barricate" costruite davanti all'ingresso dell’Università Bocconi, a Milano, per impedire agli studenti di entrare, eccezion fatta per chi doveva difendere la tesi, e questo era appunto il mio caso.
Tre giorni dopo atterravo a New York e assistevo dal vivo alla prime manifestazioni contro la guerra in Vietnam. In America ebbi proprio l'impressione che il mondo fosse a una svolta, perché a guidarlo non sarebbero più stati gli interessi egoistici delle singole nazioni, ma gli ideali universali di giustizia, di pace, e soprattutto di libertà. La collaborazione tra gli Stati europei appariva come l'inizio di una trasformazione del mondo che avrebbe portato inevitabilmente tutti gli uomini della terra a vivere liberi dai bisogni, dalle guerre e … dalla stupidità. Poi le cose sono andate come sono andate.



Gianna Pavoni nel 1968 aveva vent’anni
Abitava a Goito (MN), frequentava l’Università a Verona

Posso dire che, pur avendo frequentato l'università in quegli anni, solo marginalmente ho vissuto il ’68. Frequentavo a Verona, sede staccata di Padova, che con poche facoltà non era coinvolta da grandi manifestazioni di piazza. Talvolta la mattina si veniva a conoscenza di tafferugli notturni “sul Liston” in piazza Bra, in cui se le davano di brutto i membri dell’estrema destra e dell’estrema sinistra… qualcuno finiva in ospedale con serie conseguenze... qualcuno veniva arrestato...
Vivevo ciò con dispiacere e disagio, non condividevo quei metodi violenti per rivendicare diritti. Inoltre io non ho mai vissuto sulla mia pelle tutte quelle ingiustizie di cui si parlava. Mio impegno primario era studiare e non potevo deludere i miei genitori: per me era stata una conquista avere avuto il permesso di iscrivermi. Posso dire comunque che nonostante qualche momento di “facoltà occupata” non ho mai saltato una sessione di esami. Ora a distanza di anni si leggono effetti positivi del 68 , ma quanta strumentalizzazione politica c’è stata!



Francesca Giugni è nata 11 anni dopo il 1968

Nel 68 non c’ero! Intuisco appena la portata delle conquiste di quei tempi. Fino a ieri provavo quasi dispiacere nel non avervi partecipato, nel non aver quindi vissuto e compreso davvero quelle battaglie… oggi invece ho un po’ più di amarezza perché temo che da lì vengano tanti nostri problemi… si sono innescati dei processi, inizialmente anche positivi, di emancipazione, liberanti… che però non hanno saputo essere governati e i cui frutti e successi hanno innescato derive pericolose. La più preoccupante? Siamo talmente inebriati dalla libertà e dai diritti che con difficoltà ci ricordiamo dei doveri, civili e morali, che ne stanno alla base.



Vi invitiamo a tenere d'occhio FLest anche nei prossimi giorni. La nuova puntata del nostro "Sessantotto: ricordi e pensieri" darà parola a Tiziana Gussago, Fausto Dall'Olio ed Agostino Gandelli.