Quelle persone speciali che ci hanno fatto crescere. Come Maria Teresa Sala chiamata 40 anni fa a far nascere il Focolare a Mantova

Un nome, due date. Nel mezzo quarant'anni di vita, di incontri, di relazioni. Il nome è quello di Maria Teresa Sala, una focolarina che a Mantova diede vita quarant'anni fa al primo Focolare femminile della città. Che non durò molto a dire il vero, ma lei molto seminò in entusiasmo e amore a quell'Ideale di cui Chiara Lubich era testimone e che Maria Teresa aveva abbracciato senza esitazioni.

Mai come per la sua esperienza nella città dei tre laghi vale l'affermazione che non conta il tempo che si trascorre con le persone, conta la qualità e l'intensità del rapporto che si costruisce. 

Nei giorni scorsi Maria Teresa è tornata Mantova, tappa di un breve periodo di riposo che è diventata l'occasione per le ragazze che lei aveva fatto crescere di ritrovarsi insieme, per dire ancora grazie e rinnovare l'impegno a lavorare per l'attualizzazione dell'Opera di Maria.

Ecco, di seguito, racconto e vissuto.




Mantova, dicembre 1978 


Maria Teresa Sala, con Enrica e Maria Luisa, è chiamata a dar vita ad un nuovo focolare; vi rimane quattro anni (fino a quando la vita del Movimento dei Focolari della zona est della Lombardia troverà il fulcro definitivo nella città di Brescia) con l’incarico di seguire in modo particolare le nuove generazioni.

Poco tempo forse, ma fondamentale per incidere nella vita di tante ragazze, farle entusiasmare di fronte all’Ideale dell’unità portato da Chiara Lubich e aiutarle a compiere scelte vocazionali molto forti e radicali, come richiede il Vangelo.

Del resto i giovani sono attirati dai testimoni autentici più che da tanti discorsi. E Maria Teresa era una di questi, sempre pronta a donare tutta se stessa, libera perché così è chi ama.

Da Mantova ad Amman, in Algeria, per ventidue anni: in un’epoca e una nazione non certo accoglienti per chi non era musulmano. E ancora 10 anni in Costa d’Avorio, altra terra martoriata da sempre. Ed ora di nuovo in Italia, destinazione Lamezia Terme. 




Mantova, giugno 2018 



Un breve periodo di riposo prima di partire per la Calabria offre a Maria Teresa l’opportunità di incontrarsi di nuovo con quel gruppetto di ragazze con cui a Mantova aveva condiviso quattro anni di vita. Grande è stata la gioia di ritrovarci in un incontro conviviale con Maria Teresa; dopo 35 anni ci sembra sia passato solo un istante. Il rapporto costruito continua con la stessa intensità e forza. Donandoci reciprocamente la vita vissuta abbiamo sperimentato la bellezza di questa famiglia planetaria. Maria Teresa ci appare una persona libera perché ama. Hanno comunicato gioiose.

La vita vissuta… è stato soprattutto un incontro di ascolto, quello con Maria Teresa, proprio come quello di quei primi tempi, e ancora carico di esperienze concrete, di “intrecci di unità” (come M. Teresa ama definirli) per costruire rapporti di fraternità e di dialogo con persone di culture e fedi diverse.

“Quando sono arrivata in Algeria sapevo che avrei trovato una cultura, un mondo diverso ma era sempre quel Gesù che dovevo amare. Bastava iniziare dall’ augurare una buona giornata a tutti e cercare di vivere l’Amore che arrivasse a tutti. “
"Non mi sono mai sentita estranea o angosciata in situazioni umanamente dure perché prima di vedere nell'altro uno straniero ho visto un Gesù da amare" così ci racconta e spiega come: "Se io sono vuota l'altro può entrare in me con tutta la sua ricchezza."
Fare tesoro cioè di quelle indicazioni di Chiara Lubich che a quanti le chiedevano perché con gli ebrei si sentisse ebrea, con i musulmani sembrasse una musulmana, coi buddisti una di loro ecc... rispondeva: se io sono quel vuoto l'altro può entrare in me ed esprimersi.

Un momento dunque di quelli che rimangono per sempre, proprio come quelli di 40 anni fa. Maria Teresa è ora in partenza per il focolare di Lamezia Terme , "senza pensieri , senza preconcetti ma aperta al nuovo che Gesù vorrà donarmi".