L'offesa che non ti aspetti. Succede tra i banchi di una scuola elementare: rabbia, dolore... perdono

In una delle sue meditazioni più note e più impegnative - Resurrezione di Roma - Chiara Lubich scrive: "E lo direi utopia il mio Ideale se non pensassi a Lui che pure vide un mondo come questo [...]".

Quante volte umanamente siamo presi dallo sconforto di situazioni che mai avremmo pensato possibili. Solo uno sguardo d'amore, come quello di Gesù, può aprirci gli occhi e il cuore.

Lo ha sperimentato anche Luisa che si è trovata nel mezzo di una vicenda delicata e dolorosa come lo solo quelle che coinvolgono le persone che ci sono più vicine.




A casa mia quando le carte non servono più
le bruciamo con la candela


Angelica, una bambina di quarta elementare che si trova a vivere una situazione molto dolorosa. Chiamata alla lavagna, per incarico dell’insegnante a scrivere il nome di chi disturba, vede che la sua amica del cuore non smette di parlare nonostante cenni di richiamo, per cui alla fine è costretta a scrivere il suo nome. Lei reagisce scrivendo un biglietto che fa girare tra le compagne.Prima di uscire da scuola, Angelica. che aveva visto la sua amica buttare il foglietto nel cestino all'arrivo della maestra, lo prende e lo porta a casa.Sul foglietto è scritto: E la maestra gli dà ragione. Due puttane, compresa la maestra. Scrivere si o no.

QUANDO NON SAI COSA FARE
Angelica. è arrabbiatissima. Sul foglietto vede il nome di altre tre sue amiche che hanno preso le parti della compagna che disturbava. Vuole dirlo alla maestra e si aspetta che i genitori prendano posizione nei confronti delle sue amiche, figlie di loro amici. La mamma non sa cosa fare e mi telefona. Capisco che la situazione va affrontata con delicatezza perché le persone coinvolte sono tante e le dinamiche relazionali possono prendere “pieghe dolorose”. Dobbiamo però essere consapevoli che anche questa situazione, se sfruttata positivamente, può aiutare le bambine a fare un salto di maturazione.

STRATEGIA E AZIONE
Cosa significa  in questo caso "amare"? Lo sbaglio va “guardato” e “accolto” come limite da superare, senza però far diminuire l’atteggiamento di rispetto e di bene per la persona che ha commesso lo sbaglio. Condivido questo momento problematico con due persone che con me hanno scelto di vivere alla luce del Vangelo e insieme individuiamo una strategia educativa e passiamo all'azione.

COSA VORRESTI CHE FACESSERO EL TUE AMICHE SE FOSSI STATA TU A COMBINARLA GROSSA?
La mamma ne parlerà col papà mentre io parlo con Angelica per cogliere il suo stato d’animo e aiutarla a prendere consapevolezza di cosa vuole fare. La ascolto, e poi le faccio una domanda:"Cosa vorresti che facessero le tue amiche se fossi tu ad aver combinato una grossa marachella? Nella riflessione che mi fa fare mi rendo conto che lei vuole che capiscano di aver sbagliato e chiedano scusa. Le spiego le possibilità che ha per affrontare la situazione e, visto che anch'io sono un’insegnante, quale potrebbe essere l’atteggiamento, anche punitivo, che potrebbero essere costrette ad assumere le insegnanti per far capire ai bambini il problema.

TUTTI SBAGLIAMO
Le dico di parlarne bene con i genitori sottolineando che tutti sbagliamo e che chi ama davvero vuole aiutare l’altro a non sbagliare più.I genitori decidono di parlare personalmente con le mamme delle bambine, che subito ringraziano per non aver coinvolto la maestra e che condividono la strategia educativa che i genitori hanno deciso di seguire insieme a me: sfruttare lo sbaglio per far capire alle bambine il valore delle parole, le ferite che esse possono provocare e che se sono usate a sproposito possono rovinare l’amicizia tra le persone che magari non torna più così spontanea. Poi la mamma dice ad Angelica: "Adesso la decisione è tua. Domani con la maestra fa quello che ti sembra giusto”.

LA VISITA INASPETTATA
La stessa sera si sente suonare il campanello e Angelica. apre la porta: E’ la sua “amica” che si lancia verso di lei, piangendo in un abbraccio che commuove tutti e le chiede scusa. Angelica. la invita a restare per giocare un po’. Si ritirano nella cameretta. Quando l’amichetta è pronta per tornare a casa Angelica prende il famoso biglietto che teneva da parte per darlo alla maestra e lo brucia sotto gli occhi dei genitori stupiti.

Il giorno dopo, quando la ragazzina mi ha telefonato per raccontarmi tutto, io le ho chiesto: "Come mai hai pensato di bruciare il foglietto?”.
"A casa mia - ha risposto - quando le carte non servono più le bruciamo con la candela".

Luisa Fornari