Letizia e la sua storia di imprenditrice controcorrente


Oggi pomeriggio nel Centro Mariapoli Internazionale di Castelgandolfo il Movimento dei Focolari ha ricordato la sua fondatrice, Chiara Lubich, di cui il prossimo 14 marzo ricorre il decimo anniversario della morte. Non un convegno, non una conferenza ma un mosaico di storie, esperienze, momenti musicali e artistici per raccontare “il carisma di Chiara Lubich, motore di cambiamento sociale”.

Tra le tante testimonianze dell’incidenza nel sociale del pensiero della fondatrice, anche quella di Letizia Mobelli, Volontaria del Movimento dei Focolari di Brescia, imprenditrice, che ha parlato delle fatiche che si incontrano in una piccola azienda, di scelte non facili da prendere – come rinunciare ad una commessa di componenti per l’industria bellica – dell’intervento della Provvidenza.



Controcorrente

La mia storia, anche se personale, è molto influenzata dal cammino che sto facendo assieme ad altri nel Movimento dei Focolari, con i quali cerchiamo di essere quel lievito che informa la massa. Qualche volta questo stordisce, va contro il pensiero corrente.

Un sogno che si realizzava
Alcuni anni fa con mio marito, abbiamo rilevato una piccola azienda meccanica, con 6 dipendenti. Era un piccolo sogno che si realizzava anche per il fatto che così potevamo assicurare un futuro lavorativo ai nostri figli. Già nei primi 6 mesi di attività ci siamo scontrati con la dura realtà del lavoro in proprio: lavoro discontinuo, burocrazia e anche qualche velato tentativo di corruzione.

Rimanere nella legalità

Per noi era importante rimanere nella legalità ignorando queste richieste ma, anche a causa di questo atteggiamento e alla crisi del settore automobilistico, nell'arco di un anno abbiamo riscontrato che il fatturato dell'azienda si era dimezzato. Ci siamo ritrovati quindi con tanti debiti da pagare e senza risorse. Di conseguenza abbiamo dovuto affrontare la durissima scelta di licenziare gran parte degli operai. Prima del licenziamento abbiamo dato loro il tempo di trovare un nuovo lavoro e tutto quanto gli spettava, per questo siamo stati costretti a vendere i macchinari.

Non ci siamo arresi
Abbiamo vissuto tutto questo come un fallimento ma non ci siamo arresi. Intorno a noi la famiglia del Movimento ci sosteneva con la preghiera e noi ci siamo affidati a Dio perché ci guidasse nelle scelte, cercando di avere rapporti corretti con clienti, fornitori, rappresentanti o chiunque entrasse nella nostra azienda.

Il ruolo della Provvidenza

La provvidenza di Dio, non si è fatta attendere. Si è presentata l'occasione di cambiare settore di lavoro, un settore che ci dava più garanzie di continuità, mio padre ha messo a nostra disposizione una somma per far fronte alle cose più urgenti, un nostro rappresentante ci ha lasciato in comodato d'uso un macchinario per un lungo periodo, e i fornitori ci agevolavano con pagamenti dilazionati. Così pian piano ci siamo ripresi. Il frutto più bello di quel periodo è che i nostri figli sono cresciuti dando valore alle cose importanti come la scelta di una vita sobria e poter sperimentare così l'amore di Dio attraverso tanti piccoli ma importanti segni. Tutto questo ha rafforzato il legame della nostra famiglia.

Gli effetti della crisi
Il 2009 segna l'inizio della crisi mondiale e anche noi ne abbiamo risentito. A volte lo scoraggiamento ha prevalso ma siamo andati avanti tra mille difficoltà senza nessuna certezza sul domani, sempre confidando nella provvidenza che ci ha stupito in tante occasioni. Per esempio una volta eravamo molto preoccupati perché non avevamo avuto neppure un ordine! Ho chiesto alle persone con le quali condivido la spiritualità dei focolari, di pregare. Qualche giorno dopo il fax ha cominciato a stampare 72 pagine di ordini! Veramente abbiamo toccato con mano la concretezza dell'amore di Dio per noi.

Quella commessa che non potevamo 
accettare
Nel 2016 un nostro cliente che ci commissionava dei lavori saltuari ci ha affidato un lavoro importante, durato un paio di mesi, con prospettive di grosse commesse future che ci avrebbero dato finalmente la tranquillità economica che sognavamo da tempo. Verso la conclusione di questa prima commessa scopriamo che i pezzi prodotti verranno impiegati nell'industria delle armi pesanti.
In quel periodo il telegiornale ci mostrava le immagini della disperazione dei tanti profughi che fuggono dalle guerre nei loro paesi. La scelta di non accettare di lavorare più per questa azienda è stata presa con un po' di apprensione ma, con mio marito, non abbiamo avuto dubbi, e nostro figlio, che da poco aveva iniziato a lavorare con noi è stato pienamente d'accordo.

Scelte coerenti
Nei mesi successivi la mancanza di lavoro ci ha portati nuovamente vicino alla chiusura dell’azienda, ancora una volta ci siamo affidati alla Provvidenza e dopo alcuni mesi di incertezza ora abbiamo il lavoro programmato con un mese di anticipo, cosa che non succedeva da 10 anni!
Davvero sento che Dio cammina acconto a noi. Ringrazio Chiara che, luce sul cammino, ci ha aiutati sempre a fare scelte coerenti con i valori della persona mettendo in secondo piano il profitto e la sicurezza economica.

Letizia Mombelli