Scuola-lavoro: Mattia a Città Nuova in cerca di competenze



Il ritorno a scuola dopo la pausa di Natale e Capodanno è caratterizzato per gli studenti del terzo e quarto anno delle superiori dall’avvio di un periodo di alternanza scuola-lavoro: 200 ore per i Licei, 400 per le scuole professionali. Mattia è uno di loro: ha 17 anni, vive a Manerbio in provincia di Brescia, frequenta il Liceo classico “Arnaldo”. Fin qui niente di speciale. La ragione che suggerisce di parlarne è il contesto aziendale che ha scelto per questa sua esperienza: la redazione di Città Nuova.






Mattia, Roma non è proprio dietro l’angolo per te. Ci devono dunque essere motivazioni forti nella scelta di Città Nuova!
Spero possa offrirmi una visione più ampia di ciò che potrebbe essere il lavoro nel campo giornalistico e che possa darmi competenze che possano tornare utili in futuro.

Probabilmente ancora non sai bene cosa farai, ma qual è la tua impressione dell’ambiente in cui ti sei inserito?
Oggi, dopo il primo giorno lavorativo, devo dire che mi sto trovando veramente bene, e sono sicuro che sarà così per le restanti settimane.

Molti tuoi coetanei contestano l’alternanza. Tu cosa ne pensi?
Personalmente ritengo che sia molto utile ma solo nel momento in cui sia la scuola, sia l'ente ospitante, sia lo studente si organizzino e si impegnano al massimo al fine di renderla veramente utile. In caso contrario dovrei dare pienamente ragione ai miei coetanei ma penso che sia possibile fare in modo che nel complesso sia un'esperienza positiva.

Sicuramente nei mesi scorsi hai sfogliato Città Nuova con maggiore attenzione rispetto al passato. Quali sono le pagine che ti piacciano di più?
Mi interessa molto come Città Nuova tratta di politica e mi ha colpito soprattutto un articolo di Michele Zanzucchi – che proprio oggi ho avuto l'onore di correggere e di pubblicare sul sito della rivista – riguardante il dialogo tra le due Coree.

Fossi tu il direttore e potessi decidere un argomento da mettere in copertina, cosa scioglieresti?
L’Europa. Penso che sia un argomento trattabile in tutte le sfaccettature: economiche, culturali e politiche; credo inoltre che essa possa essere il futuro per un continente che nel secolo scorso ha dimostrato di non poter ottenere nulla con guerre intestine ma che unita potrebbe raggiungere un obiettivo comune più grande.


Nell'editoriale della rivista dello scorso novembre, il direttore, Aurora Nicosia, a proposito dell'alternanza scuola-lavoro ha scritto: Noi "abbiamo detto di sì solo quando eravamo sicuri di poter dedicare il nostro tempo ai giovani, a coinvolgerli pienamente nel nostro lavoro di squadra e con la piena disponibilità a mettere a disposizione le nostre competenze. Ma ci aspettiamo di imparare anche noi da loro. Perché l’alternanza può essere una bella opportunità anche per gli adulti".