Abbiamo tanti fatterelli da raccontare

“Ci saranno tanti fatterelli da raccontare!”  aveva detto Chiara Lubich riferendosi alle esperienze che scaturivano dalla vita vissuta nelle Parole del Vangelo.
Ne abbiamo raccolti un paio, ma chissà quanti e quanti se ne potrebbero ancora raccontare e condividere








LA PREMESSA
“Ti è mai capitato di ricevere da un amico un dono e di sentire la necessità di contraccambiare? E di farlo non tanto per sdebitarti, quanto per vero amore riconoscente? Certamente sì. Se succede a te così, puoi immaginare a Dio, a Dio che è Amore. Egli ricambia sempre ogni dono che noi facciamo ai nostri prossimi in nome suo.”
Così Chiara Lubich iniziava il commento alla frase del Vangelo di Luca «Date e vi sarà dato…» (Lc 6,38), una delle innumerevoli Parole che diventano Vita per chi sceglie di farle proprie e di farne radicale esperienza.
“Ci saranno tanti fatterelli da raccontare” diceva ancora Chiara incontrando un gruppetto di Volontarie nel 1997 e riferendosi al Vangelo che, vissuto, porta sempre frutto.
Oggi condividiamo un paio di questi “fatterelli”: sono semplici e piccole esperienze chi ci fanno contemplare la “potenza della mano di Dio”, come dice la Parola di Vita di questo mese.

LA “MOLTIPLICAZIONE DEI PESCI”
Racconta Annarosa
Come ogni settimana ci incontriamo in un gruppetto per andare in profondità nella vita della Parola e condividere  i frutti e le fatiche del cercare di attuarla.
Al momento di tornare a casa, Rosetta, che ci ospitava, sapendo che in casa siamo tre fratelli, mi offre tre trote, fresche fresche, pescate al mattino dal figlio.
Uscendo con il dono (apprezzatissimo) tra le mani, subito un pensiero: “Sicuramente Teresina ne ha bisogno”. Le chiedo se le gradiva e lei: “Per me sarebbero proprio una provvidenza”, così gliele ho date.
Il giorno dopo suonano alla porta di casa mia: è un vicino che mi porta…. ben sei trote!

QUEI SACCHETTINI DI CARAMELLE…
Roberta è catechista e segue i bambini di prima elementare. Per la festa di Santa Lucia ha pensato di donare a ciascuno un sacchettino di caramelle; ne prepara 35, tanti quanti sono i suoi “alunni”.
Ma quel giorno, all’appuntamento ne arrivano solo 10.
Tra il deluso e l’arrabbiato riporta a casa i rimanenti: “Cosa ne faccio ora? Quando incontrerò di nuovo i bambini ormai tutte le feste saranno passate e non avranno più significato questi sacchettini!” Però non li disfà, certa che Dio ne avrebbe saputo la destinazione.
Pochi giorni dopo, al termine di un piccolo spettacolo organizzato in oratorio, le animatrici si accorgono di non aver provveduto ad un dono per i mini-attori. Ci sono pronti i miei sacchettini - pensa Roberta - ma basteranno?  Si contano… ne servono proprio 25!