Verso le elezioni del 4 marzo. Meno slogan e più progetti concreti

Nel messaggio di fine anno il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiesto ai partiti, in vista delle elezioni politiche del 4 marzo (esortazione che vale sicuramente anche per le elezioni regionali che si terranno nella stessa data), “programmi realistici”. In altre parole, sostituire le promesse elettorali con delle proposte concrete.

E mentre il Movimento politico per l’unità sta organizzando per Bergamo, Brescia. Mantova e Cremona alcuni confronti pubblici con esponenti politici di diverse posizioni per far emergere le proposte contenute nei programmi, il quotidiano Avvenire ha trasformato l’invito del Presidente della Repubblica in tre domande che ha sottoposto ai leader dei partiti, alle parti sociali, al mondo dell’associazionismo e ad alcuni movimenti cattolici.


Nell'edizione di domenica 7 gennaio, a rispondere alle domande di Avvenire per il Movimento dei Focolari sono stati i responsabili per l'Italia, Rosalba Poli e Andrea Goller.


Nel messaggio di fine anno il presidente Sergio Mattarella ha indicato come priorità per il Paese le questioni dei giovani e del lavoro. Quali sono, secondo voi, le ricette realizzabili che le forze politiche dovrebbero inserire nei programmi per favorire l'occupazione e lo sviluppo?

Dal confronto con quanti nel nostro Movimento sono coinvolti più direttamente in ambito politico, sono emerse delle prospettive di fondo: il buon mercato, la buona politica, le imprese responsabili e la cittadinanza attiva dei consumatori e risparmiatori critici. Da realizzare attraverso alcune proposte:
- combattere la disoccupazione e l’inattività giovanile, l’eccessiva precarietà di molti rapporti di lavoro, la piaga dello sfruttamento e del caporalato, il lavoro delle donne ancora troppo scarso e mal pagato, l’inadeguatezza del sistema educativo nel preparare al lavoro;
- sostenere le cooperative e i consorzi in grado di valorizzare il lavoro dei singoli produttori e le specificità dei territori, del Sud in particolare;
- ridurre il cuneo fiscale, comprimere i tempi della giustizia civile, agevolare i finanziamenti per chi vuole creare impresa e lavoro. Favorire il "voto con il portafoglio" contro economia dell’azzardo e "banche armate". Rivedere il sistema degli appalti dello Stato. Applicare un’Iva agevolata alle imprese che rispettano criteri sociali e ambientali. Rafforzare l’apprendistato duale, rivedere l’alternanza scuola-lavoro.

E come valorizzare la condizione dei giovani, anche per evitare il distacco delle nuove generazioni dalla partecipazione alla vita politica e sociale?

Aiutiamo i giovani a tirar fuori i propri talenti, a sognare mete alte: questo il compito di noi adulti e di una società che si vuole "generativa", valore sotteso a tutta la nostra Costituzione. E quindi, spianiamo le strade di accesso alla partecipazione: dalle elezioni di un rappresentante di istituto, ai consigli comunali, a tutte le forme che possano avvicinare alla gestione della cosa pubblica. Come sostenerli? Potenziamo l’alternanza scuola-lavoro in modo creativo, favoriamo le opportunità di viaggiare, inseriamo i giovani e le loro idee nei servizi per il territorio, ma soprattutto, attiviamo un canale di ascolto, che significa investire tempo, spostare schemi mentali, aprirsi a elementi di rottura, rischiando la sicurezza del "si è sempre fatto così". In una parola, amiamo tutto ciò di cui le nuove generazioni sono portatrici.


Un'altra emergenza, in parte collegata ai temi del giovani e del lavoro, è sicuramente quella della denatalità che colpisce il nostro Paese. Quali misure andrebbero proposte per favorire la formazione di nuove famiglie e le nascite?
In contrasto con la Costituzione la legislazione italiana di fatto penalizza chi decide di accogliere un figlio. Il fenomeno della denatalità è più complesso per chi, sperimentando la mancanza di futuro, si sente condannato all'incertezza. Le misure una tantum o i bonus incentivanti sono espedienti inefficaci davanti a una precarietà che interessa gran parte dei giovani come delle famiglie. La piaga di una diseguaglianza crescente si cura con l’accessibilità effettiva ai servizi sociali di qualità e con un lavoro degno che non sia minacciato nei suoi diritti fondamentali. Ciò comporta la necessità di scelte strutturali in sede di bilancio che salvaguardino, ad esempio, la sanità come l’istruzione pubblica e una politica della casa sottratta alla speculazione finanziaria.