La vocazione di Luca (2) - Destinazione Romania

“Io ho sentito che nelle parole di mio padre, che confessava da un lato il desiderio di vedermi realizzato secondo i sogni che più o meno sono quelli di tutti i genitori – un lavoro, la persona giusta con la quale far nascere una nuova famiglia, una casa, tanti nipotini – e dall'altro la comprensione che le cose potevano anche andare diversamente da come le aveva in mente lui, c’era la risposta che aspettavo”.

Luca (primo a destra nella foto) torna a Mantova dalla vacanza dell’estate del 2009 più sollevato e contento. Anche l’incontro con i giovani di Montet che hanno scelto di mettere la loro vita nelle mani di Dio e lo fanno attraverso la strada del Focolare di Chiara Lubich, è decisivo.

L' incontro con tutte le vocazioni nell'Opera
Luca ha solo vent'anni e gli studi da completare, ma quando arriva a Parma per riprendere l’università comincia a frequentare il Focolare per un percorso di conoscenza e di approfondimento reciproco che dura fino al 2015. “E’ stato un periodo molto importante per me – racconta Luca – perché mi sono trovato a vivere e confrontarmi con tutte le vocazioni presenti nel Movimento dei Focolari, scoprendo le caratteristiche e le sfumature di ognuna”.

Loppiano e Montet
Dopo la laurea, una prima esperienza di lavoro e ormai cinque anni di frequentazione del Focolare, Luca sente che è arrivato il momento di andare a verificare fino in fondo la sua vocazione. Ad aprile del 2015 inizia per lui il biennio di formazione al Focolare: il primo anno nella cittadella internazionale del Movimento a Loppiano, vicino a Firenze; il secondo in quella di Montet, in Svizzera. Nel corso Luca è il solo Europeo: su 16 ragazzi che iniziano il corso (in quattro durante il percorso capiscono che la loro strada è un’altra) 9 sono Africani; delle 10 ragazze, 9 arrivano dal Sud America.

La famiglia dell'altro come la propria
“Le lezioni il mattino, il lavoro il pomeriggio e la quotidianità della vita comune sono un concentrato in cui, si impara la dimensione di una nuova famiglia, che non perde nulla di quella di origine, ma la arricchisce in maniera esponenziale. Ognuno di noi ha fatto l’esperienza e continua a portarla in cuore di sentire la famiglia dell’altro come la propria. In questo modo le gioie sono di tutti, e così i dolori, le sospensioni, le notizie. Niente è più soltanto mio, tuo, suo; l’unico aggettivo possessivo che sopravvive è nostro, e l’uno dell’altro è amico, fratello, padre”. Il tempo di formazione è per tutti una verifica costante alla luce della Parola di Dio, un cambiare e un lasciarsi cambiare da essa.

Destinazione Romania
L’estate scorsa, con l’approssimarsi della chiusura del biennio, è arrivato il momento dell’assegnazione dei Focolari nel mondo in cui i giovani andranno a vivere. A Luca viene proposto quello di Cluj-Napoca, cittadina universitaria della Transilvania, nel Nord della Romania. “Mai ci avrei pensato – confessa – ma ne sono felice. Le preoccupazioni ci sono: sarò adatto? sarò capace? cosa si aspetteranno da me? Ma sentirsi inadeguati significa riconoscere il proprio limite, presupposto fondamentale per poterlo spostare un po’ più avanti, per superarsi”.

Se 1.300 chilometri vi sembrano pochi...
Il suo nuovo Focolare, cuore di una comunità giovane e dinamica, è composto da 4 focolarini a vita comune e da 5 focolarini sposati. Sono così contenti dell’arrivo di Luca che verranno a prenderlo a Mantova, in automobile. Un segno d'affetto semplice e straordinario al tempo stesso. Sarà l'occasione per i focolarini che affronteranno i 1.300 chilometri del viaggio per conoscere e abbracciare la famiglia di origine di Luca. Ad accoglierli in casa Petrucci ci saranno Maria e Dario; e poi i fratelli di Luca, tutti più grandi di lui: Francesca, Silvia, Lucia e Umberto. Perché anche loro, inevitabilmente, fanno già un po' parte della comunità del Movimento dei Focolari di Cluj-Napoca.





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