Non solo disegnatore! Il libro per ragazzi di Vittorio Sedini presentato in una scuola media bresciana

Pittore, disegnatore, vignettista. E scrittore! Vittorio Sedini, “firma” di tante strip ormai familiari tanto agli abbonati di Città Nuova (da "Mezzacoda" ad "Agilulfo" fino a "Cuore di Sasso") quanto ai ragazzi di Big, il mensile progettato e pensato per loro, e ai visitatori del sito del progetto di Economia di Comunione (che da sei anni e quasi 50 vignette ha come mascotte la formica “Formy”), da qualche mese è in libreria con un racconto di parole dal titolo: “Che ne faremo di questo ragazzo?”. Pubblicato dalla Editrice Monti il libro racconta gli anni dell’infanzia dell’autore “con una narrazione coinvolgente e a tratti commovente – si legge nella quarta di copertina – dedicata ai ragazzi di oggi, ma che farà assolutamente piacere anche ai bambini di un tempo!”.

Vittorio ha presentato il suo lavoro in tanti incontri. Uno di questi è avvenuto a Carpenedolo, in provincia di Brescia, per gli alunni della Scuola media, organizzato da un amico bresciano di Sedini, Ettore Goffi: “E’ stato bellissimo vedere i ragazzi fare tante domande e alla fine dell’incontro ‘assediare’ Vittorio per un autografo e portarsi via una copia di Big con i suoi disegni”.

Ma come ha vissuto quella mattinata il protagonista?



Non ne combino mai una giusta. Credevo di aver scritto un libro per ragazzi, invece è piaciuto molto a quelli della mia età (over 80). Il fatto è che ho scritto cose che conosco e cioè la mia vita da bambino. Ed ecco il coro: vero! Verissimo era proprio così! Mi ricordo! Com’era bello il mondo! A parte il fatto, di una certa importanza, che erano tempi di guerra, forse i miei cari lettori a me coetanei hanno un po’ ragione.

Ma veniamo a quella mattina a Carpendolo. Prima e terza media. Bambini? Ragazzi? Una età ancora magica, occhi incantevolmente vivaci sguardi e movimenti pieni di vita, di quelli che ci fanno dire: “Silenzio! State fermi! Un po’ di silenzio per favore!”. Dovevo presentare il mio libro, ma non riuscivo a chiedere a bambini/ragazzi di stare zitti. Amo troppo la vita, amo troppo i bambini.


Ho raccontato la guerra, le bombe, gli aeroplani (“A elica!?!), le passeggiate col nonno (A piedi!?!), la fame e il freddo. Forse ho esagerato, fatto sta che quando è arrivato il momento delle domande sono passato di meraviglia in meraviglia nel vedere come i ragazzi erano entrati nella storia. Esempio: mi si avvicina una bambina e mi chiede “Ma se c’erano tutte queste cose brutte non trovavate per voi qualche momento bello?”

Mi sono commosso e ho sorriso un po’ più del necessario per riuscire a rispondere. Vedete voi perché.

Vittorio Sedini