Umanità e politica. Il ricordo di Sante Gozzi, pioniere del Movimento dei Focolari nel mantovano, ad un anno dalla morte
Un anno fa moriva Sante Gozzi, uno dei primissimi che nel Mantovano, grazie alla moglie Anna, aveva incontrato il carisma di Chiara Lubich ed aveva aderito al Movimento dei Focolari. Aveva 88 anni e una vita intensa alle spalle, tratteggiata il giorno del funerale dagli amici di Ideale e dai figli Fausto, Claudia e Guido.
Intelligente, interessato a tutto, appassionato di umanità, Sante non si limitava ad ascoltare i problemi delle persone, si adoperava per dare loro soluzione. Da qui derivava il suo impegno sociale e politico: per lui la politica doveva essere strumento al servizio del bene comune e con questo spirito fece il Sindaco di Commessaggio, il suo paese, dal 1960 al 1965. “Era una persona pacata – hanno sottolineato i figli - un uomo mite che cercava sempre di smorzare i toni e di trovare un accordo anche quando c’erano divisioni”.
La “nuova umanità” di cui parlava Chiara era diventata il suo programma di vita, da costruire nel quotidiano attraverso successi e fallimenti, in famiglia, sul lavoro, nell’associazionismo, in parrocchia.
Quando sua moglie Anna si ammalò e fu necessario il ricovero in una struttura socio-assistenziale decise di dedicarsi unicamente a lei; negli ultimi anni anche lui vi si trasferì: “Chi andava a trovarli – ha raccontato un amico – ne ritornava edificato per la serenità che trasmettevano”.
Non si può ricordare Sante senza ricordare Anna: la loro è stata una testimonianza gioiosa dell’amore di Dio e della possibilità di farne esperienza in ogni circostanza. Come sottolineato in un altro passaggio del ricordo del padre da parte di Fausto, Claudia e Guido: “Noi figli siamo cresciuti andando alle Mariapoli, ai congressi Gen a Roma, ai concerti del Gen Rosso e del Gen Verde, agli incontri, a volte contenti, altre meno. Ma in ogni caso questa esperienza dei nostri genitori ci ha aperto il cuore, fatto conoscere persone di tutto il mondo e di tutte le religioni, ci ha insegnato ad andare oltre i pregiudizi: amare il prossimo tuo come te stesso; amare la religione, la razza, la terra altrui, come la tua”.
Intelligente, interessato a tutto, appassionato di umanità, Sante non si limitava ad ascoltare i problemi delle persone, si adoperava per dare loro soluzione. Da qui derivava il suo impegno sociale e politico: per lui la politica doveva essere strumento al servizio del bene comune e con questo spirito fece il Sindaco di Commessaggio, il suo paese, dal 1960 al 1965. “Era una persona pacata – hanno sottolineato i figli - un uomo mite che cercava sempre di smorzare i toni e di trovare un accordo anche quando c’erano divisioni”.
La “nuova umanità” di cui parlava Chiara era diventata il suo programma di vita, da costruire nel quotidiano attraverso successi e fallimenti, in famiglia, sul lavoro, nell’associazionismo, in parrocchia.
Quando sua moglie Anna si ammalò e fu necessario il ricovero in una struttura socio-assistenziale decise di dedicarsi unicamente a lei; negli ultimi anni anche lui vi si trasferì: “Chi andava a trovarli – ha raccontato un amico – ne ritornava edificato per la serenità che trasmettevano”.
Non si può ricordare Sante senza ricordare Anna: la loro è stata una testimonianza gioiosa dell’amore di Dio e della possibilità di farne esperienza in ogni circostanza. Come sottolineato in un altro passaggio del ricordo del padre da parte di Fausto, Claudia e Guido: “Noi figli siamo cresciuti andando alle Mariapoli, ai congressi Gen a Roma, ai concerti del Gen Rosso e del Gen Verde, agli incontri, a volte contenti, altre meno. Ma in ogni caso questa esperienza dei nostri genitori ci ha aperto il cuore, fatto conoscere persone di tutto il mondo e di tutte le religioni, ci ha insegnato ad andare oltre i pregiudizi: amare il prossimo tuo come te stesso; amare la religione, la razza, la terra altrui, come la tua”.