Occorre una politica contro le armi atomiche: adesione dei Focolari al documento per la ratifica del Trattato ONU che le proibisce

In occasione del Mese della Pace è stato lanciato a Brescia un documento che chiede al mondo politico locale e nazionale di attivarsi affinché:

- l'Italia ratifichi il Trattato Onu di proibizione delle Armi Nucleari;
- che dal territorio del nostro Paese siano eliminate tutte le armi nucleari che vi sono stanziate;
- che siano sospesi i lavori di ampliamento della base di Ghedi.

"Anche il Movimento dei Focolari ha sottoscritto il documento - sottolinea Anita Bertolini, responsabile con Pierangelo Mariani del Movimento Umanità Nuova per Bergamo, Brescia, Mantova e Cremona - facendo nostri la grande preoccupazione di Papa Francesco e il monito sull'immoralità del possesso e dell'uso delle armi atomiche contenuto nel suo messaggio per il 75esimo anniversario dell'esplosione della prima bomba atomica a Hiroshima".


Il documento in sintesi
(nel link sottostante il testo completo e le adesioni)

Oggi nel mondo vi sono circa 14mila testate nucleari e nuove armi ancora più devastanti sono in fase di sviluppo. Gli Stati dotati di ordigni atomici stanno anche realizzando nuovi vettori e altri strumenti che rendano più facile il loro utilizzo. Si è così creato un equilibrio del terrore, sottile però come un filo che rischia di spezzarsi ogni giorno. [...]

A tali programmi militari sono destinate enormi risorse finanziarie che in questo modo vengono sottratte al loro uso per l’istruzione, per la sanità, per l’ambiente, per lo sviluppo dei popoli più poveri.

Lo spreco di denaro negli armamenti risulta oggi ancora più scandaloso alla luce della pandemia che sta mettendo in ginocchio il mondo. Molti Paesi, infatti, si ritrovano con strutture sanitarie e assistenziali inadeguate ad affrontare questa pandemia. Dirottare le spese militari verso la lotta contro il covid 19 sarebbe quanto mai urgente e auspicabile. [...] 

In Italia, nelle basi di Aviano (Pordenone) e di Ghedi (Brescia), sono presenti ordigni nucleari (B61), una quarantina circa. E nella base di Ghedi si stanno ampliando le strutture per poter ospitare i nuovi cacciabombardieri F35, ognuno dal costo di almeno 155 milioni di euro, in grado di trasportare nuovi ordigni atomici ancora più potenti (B61-12).

Il nostro Paese si è impegnato ad acquistare 90 cacciabombardieri F35 per una spesa complessiva di oltre 14 miliardi di euro, cui vanno aggiunti i costi di manutenzione e quelli relativi alla loro operosità.

La presenza di armi di distruzione di massa [è] in contrasto con la Costituzione là dove, all’art. 11, si afferma che "l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" [... e] anche con il Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari, al quale l’Italia ha aderito nel 1975 impegnandosi a «non ricevere da chicchessia armi nucleari né il controllo su tali armi, direttamente o indirettamente» (art. 2).

[Papa Francesco ha affermato:] "Nel mondo di oggi, dove milioni di famiglie e di bambini vivono in condizioni disumane, i soldi spesi e le fortune guadagnate per fabbricare, ammodernare, mantenere e vendere armi, sempre più distruttive, sono un attentato continuo che grida al cielo". [...]

Sulla base di tutte le considerazioni qui esposte [...] chiediamo al mondo politico locale e nazionale di attivarsi affinché: 

  • il nostro Paese ratifichi il Trattato Onu di proibizione delle Armi nucleari;
  • dal territorio del nostro Paese siano eliminate tutte le armi nucleari che vi sono state stanziate;
  • siano sospesi i lavori di ampliamento della base di Ghedi.