Piccoli gesti per non passare dall’emergenza sanitaria all’emergenza relazionale

Siamo tutti (o quasi) costretti a casa - scriveva giorni fa un quotidiano on line - in una sorta di esilio relazionale, connesso agli altri e al mondo solo grazie a internet e ai social.

Ci sono maniere diverse per affrontare questa solitudine e molto dipende dalla personalità di ciascuno.
C’è chi vive la solitudine più facilmente, mentre altri reggono meno questo impedimento.

Franca abita in un condominio, un microcosmo in cui l'emergenza sanitaria di queste settimane rischia di diventare emergenza relazionale. Che fare? 




Da una porta appena socchiusa
al sorriso di nonna Adriana

Sono poche le famiglie che abitano nel mio condominio, nuclei famigliari per lo più formati da una o due persone, molte delle quali anziane; il timore del contagio costringe tutti a stare chiusi in casa. Qualcuno, appassionato di montagna, azzarda qualche passo nel giardino, a testa bassa; altri a fatica pare che scrutino da dietro la tenda della finestra e azzardano un saluto con la mano quando tu sorridi loro. Persino i nipotini che spesso animavano con le loro grida gli spazi tra l’erba non si vedono più. Ci si trovava per un caffè, per condividere un dolce o una fetta di polenta…ora tutto è silenzio.


Inizio con qualche messaggio al cellulare, una telefonata e mi rendo conto dei timori che inibiscono la vita quotidiana.



Scopro che una persona che vive sola è malata e ha bisogno di farmaci: noi possiamo recarci in farmacia… porto i medicinali che lascio sulla soglia della porta appena socchiusa perché grande è la paura del contagio; quasi non percepisco nemmeno il grazie… “ti pagherò appena passato tutto!”. A me basta sapere di aver compiuto un piccolo atto d’amore.

L’anziana signora che abita sul mio stesso pianerottolo, nonostante la presenza della badante, non si rassegna e continua a piangere; mi ricordo che a lei è sempre piaciuto lo strudel che a volte prepariamo… siamo in casa e quindi c’è il tempo di prepararlo. Suono con il mio tipico ritmo di riconoscimento il campanello della sua abitazione, la porta si apre e, mentre consegno a debita distanza il piatto con il dolce, alle spalle della badante si apre anche il grande sorriso di nonna Adriana… Anche una fetta di dolce può rasserenare.

Franca




Foto di Guillaume Behaegel di Pexels