In cento in videoconferenza per Città Nuova. Molto più di una rete: un "corpo" che sa accogliere e abbracciare

Un centinaio di incaricati, collaboratori e appassionati di Città Nuova - rivista e gruppo editoriale del Movimento dei Focolari - si sono incontrati ieri sera in videoconferenza per un aggiornamento sulla vita della redazione e sui progetti da condividere.  

Forse mai come oggi appare attuale quel "Da come guardi il mondo tutto dipende" - uno degli slogan della campagna abbonamenti della rivista accompagnato dall'immagine riproposta qui accanto - che diventa stimolo e richiamo per una narrazione sociale e culturale capace di speranza.

Tra i cento collegati (di più la piattaforma Zoom non ne poteva ospitare), da Brescia c'erano Tina Zatti e Tiziano Don, da Mantova Nicoletta Affini, da Bergamo Ornella Villa e Emanuela Testa, oltre a Franca Capponi che ha riassunto le sue impressioni nel testo che rilanciamo qui.



Molto più di una rete: un "corpo"

I nodi della rete di Città Nuova si stringono ancor più per aiutarci a vivere l'emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Sarà la stessa casa editrice a comunicare direttamente a tutti gli abbonati e ai lettori le diverse iniziative che, con notevole sforzo, la redazione sta mettendo in campo per condividere il più possibile notizie, commenti, proposte culturali e non solo, ad integrazione a ciò che ogni giorno già viene pubblicato sul sito cittanuova.it

Sono articoli di cronaca e di commento di autorevoli esperti nei diversi campi umani a ciò che ci sta inquietando da ogni punto di vista; sono piccole e grandi esperienze che aiutano a farci forti e a continuare a sperare; sono giochi e fiabe raccontate per intrattenere i più piccoli, sono “gocce di Vangelo”, con commenti alla Parola di Dio, che quotidianamente fanno da “ossigeno” (per usare le parole di mons. Francesco Beschi, vescovo di Bergamo) all’anima dei credenti.

E molti progetti sono in cantiere e verranno condivisi al più presto.

Ma ciò che voglio segnalare è che tutto ciò nasce non dalla mente di pochi (a cui va il mio sincero grazie) che stanno lavorando senza limiti di tempo smart working, ma dal contributo di quella “rete” italiana di appassionati e collaboratori sempre viva e attiva. 

La sensazione di un “corpo”, più che di una rete, che vuole prendere tra le proprie braccia questa Italia piagata, provata e privata da questo morbo terribile. Ciascuno con i propri mezzi, con le proprie competenze, con le proprie idee, con le diverse esigenze raccolte e depositate per trovare insieme un poco di unguento che possa alleviare le ferite di tutti! Grazie Città Nuova!

Franca Capponi