Un politico, un frate e una ragazza conquistata dal Vangelo. Così l'Ideale di Chiara arrivò a Brescia

"Brescia dovrà un giorno esser tutta infiammata di amore di Dio. Così scriveva Chiara Lubich nel 1953 ai fratelli Folonari. In occasione del centenario della sua nascita, si è svolto ieri nel convento di San Francesco d’Assisi un incontro che ha ripercorso la nascita e lo sviluppo del Movimento dei Focolari a Brescia, a partire, appunto, dall’esperienza di Giulia, Vincenzo, Camilla e Bruna Folonari. Una sala gremita ha potuto ascoltare le testimonianze video di quei giovani ricchi che hanno lasciato il tutto del mondo per il tutto di Dio".

Comincia con queste righe l'articolo che il Giornale di Brescia ha dedicato all'apertura delle iniziative bresciane per il centenario di Chiara Lubich (Trento 1920 - Rocca di Papa 2008). Un programma ricco di appuntamenti che nel corso del 2020 approfondiranno tanti aspetti dell'incidenza del Movimento dei Focolari in tutti gli ambiti del sociale e il suo contributo al rinnovamento della Chiesa. (INFO e programma dettagliato cliccando QUI)


UN POLITICO, UN FRATE E UNA RAGAZZA CONQUISTATA DAL VANGELO

Sono tre le figure che vanno ricordate per ricostruire l'arrivo dell'Ideale a Brescia. Quella di Enrico Roselli, membro dell'Assemblea Costituente che nel 1949 incontra l'esperienza di Chiara Lubich attraverso un collega parlamentare, Igino Giordani, fulminato dalla novità evangelica della giovane trentina. La seconda importantissima figura da ricordare, è quella di fra Angelo Beghetto, superiore della Provincia Francescana del Nord Italia, che nel febbraio del 1951 invita  una delle prime compagne di Chiara a parlare ai frati del Convento di San Francesco a Brescia. E la terza figura è quella di Giulia Folonari, primogenita di Luigi e Speranza Folonari, che fra Beghetto invita ad unirsi ai suoi religiosi per ascoltare la grande novità di quel gruppo di giovani che stava rivoluzionando il modo di intendere e vivere il cristianesimo semplicemente vivendo alla lettera il Vangelo.


"HO SEGUITO IL BELLO CHE HO INCONTRATO"

Scrive ancora il Giornale di Brescia riferendo del pomeriggio in San Francesco: "Giulia Folonari [...] si trasferisce da Brescia a Roma, dove si unisce alle focolarine. «Non mi sono mai posta il problema di cosa lasciavo, - racconta Giulia in un video - ho seguito il bello che ho incontrato».

Due anni dopo la segue anche il fratello Vincenzo, che successivamente donerà al Movimento alcuni terreni ricevuti in eredità sulle colline del Valdarno, a Loppiano, e proprio lì nascerà la prima cittadella del movimento dei Focolari.

Camilla Folonari, allora diciassettenne, resta a Brescia con i fratelli più piccoli, ma in casa si respira già l’ideale di Chiara Lubich. «Io e Camilla – dice Bruna Folonari – facemmo un patto: vedere sempre Gesù l’una nell’altra. E da lì cambiarono le nostre vite».

Vivere il Vangelo, nel nome dell’unità e della fraternità: è questo uno dei punti cardine del carisma di Chiara Lubich e del Movimento da lei fondato. Valore trasmesso a migliaia di persone in tutto il mondo e arrivato anche a Brescia, nella voce e nelle azioni di persone che stanno portando avanti la sua opera. Come padre Amedeo Ferrari, francescano conventuale [originario] di Chiari, che [della fondatrice del Movimento dei Focolari] nel corso del pomeriggio ha detto: «Quello di Chiara non è un ricordo, ma è un’esperienza di relazione d’amore, come tra madre e figlio. Chiara mi ha generato alla vita soprannaturale. Poi c’è il suo essere semplice, ma sempre in Dio. Infine, il suo rapporto con Gesù, fatto di una misericordia che si nutre anche della fragilità. Lei mi ha insegnato ad accettare il dolore, come l’altra faccia dell’amore».



"SE UNO FA UN PICCOLO ATTO D'AMORE, QUALCOSA SUCCEDE, SEMPRE"

Insieme a padre Ferrari, hanno portato la loro testimonianza anche Livio Brianza [anche lui focolarino originario del bresciano, che per tanti anni ha vissuto in Albania sperimentando la forza del Carisma di Chiara Lubich nel dialogo tra cristiani, musulmani e ortodossi] e Marco ed Emi Lorini. [una famiglia, la loro, che hanno voluto plasmata sulla novità del messaggio di Chiara]. Quello che ho imparato da Chiara – ha detto Brianza– è che se uno fa un piccolo atto d’amore, qualcosa succede sempre".