Carcere e umanità. A colazione dietro le sbarre per andare incontro a chi vive separato dagli affetti

A volte basta un passo in più, oltre i consueti luoghi, per andare incontro a chi, anche nel periodo delle feste, vive separato dagli affetti più cari.

Rosanna, Claudio, Mariarosa e Lidia, della Comunità locale di Brescia del Movimento dei Focolari, lo hanno sperimentato attraverso la collaborazione con l’associazione Carcere e Territorio, nata per “costruire un ponte tra la comunità interna e quella esterna al carcere”.

"Collaboriamo a varie iniziative - raccontano - dalla raccolta di materiale vario per il fabbisogno dei detenuti, all'organizzazione della mostra di quadri e sculture dei carcerati che partecipano ad un laboratorio artistico.
Non potevano certo mancare all'appuntamento della Colazione in carcere che si è tenuta prima di Natale nel carcere di Verziano: un momento conviviale di incontro tra alcuni detenuti del carcere, guardie e persone di associazioni che in vario modo sono vicine alle problematiche della detenzione".

Un’occasione per guardare negli occhi chi vive da tempo nell'isolamento. "Certo non è un approccio facile, perché chi è recluso ha quasi timore di aprirsi e raccontarsi. Quest'anno però l'incontro e il dialogo è stato favorito dal dono che abbiamo portato ad ognuno di loro: la copia del numero di dicembre della rivista Città Nuova che ha dedicato uno specifico dossier alla realtà di chi è carcerato".

Città Nuova ha da sempre un rapporto con il mondo delle carceri attraverso le diverse reti sociali di cui fa parte. "In particolare in questo periodo natalizio ha lanciato l’Operazione Gabbiani: l’opportunità, attraverso il dono dell'abbonamento a un detenuto di  entrare in dialogo con lui, per un cammino di riscatto e di condivisione profonda".

Quanto avvenuto a Brescia si è replicato anche in altre città delle nostre province sede di Case circondariali di pena, per aiutare molti a rivivere e ripetere ciò che un detenuto ha scritto alla redazione:  "Città Nuova mi dà le ali per librarmi come un gabbiano oltre le sbarre e sperare che ci sia un futuro migliore anche per me”.