Ripensando al "cantiere" di Merano. Intervista a tre dei ragazzi che hanno vissuto quell'esperienza

Ad un mese dal “cantiere” che i “Ragazzi per l’unità” del Movimento dei Focolari hanno vissuto a Merano, abbiamo chiesto a tre dei partecipanti – Francesco Castelnuovo di Brescia, 15 anni e mezzo (il primo a sinistra, in piedi, nella foto); Vittoria e Francesco Talignani di Cremona, che tra pochi giorni compiranno 17 anni (lei è quella con la maglietta verde nella foto al piede dell'articolo; lui è quello in piedi al centro nella foto qui accanto) – di condividere con noi qualcosa della loro esperienza.









La parola “cantiere” presuppone la costruzione di qualcosa. Cos’è che avete costruito nei giorni di Merano?

Francesco C. – Rapporti di amicizia con nuovi ragazzi e rafforzato i rapporti con coloro con cui da tempo facciamo queste esperienze. Abbiamo anche lavorato fisicamente segnando il territorio con attività ecologiche artistiche e di solidarietà.

Vittoria – Queste attività ci hanno aiutato a maturare la consapevolezza di quanto sia importante l'ambiente e di come si possa creare facilmente unità con piccoli gesti.

Francesco T. – Noi Gen cerchiamo di costruire qualcosa che aiuti l'unità nel mondo. Oltre alle attività di cui diceva l’altro Francesco, come pulire il bosco, curare l’ambiente di un oratorio, fare compagnia agli anziani di diverse case di riposo o dipingere un murales di Gibì e doppiaW in stazione, il cantiere si basava anche su un argomento importante e delicato come la fame nel mondo.


Qual è stata l’attività che vi ha coinvolto di più?

Vittoria – Quella in oratorio.

Francesco C. – Anche per me è stata quella in oratorio a Postal. Tra noi c'è stato un grande lavoro di squadra: alcuni pulivano l'oratorio all'interno; io e altri ragazzi ripulivamo dalle erbacce gli spazi verdi. Anche la messa del pomeriggio all'ospedale di Postal è stata un’esperienza significativa.

Francesco T. – Sì, quella in oratorio in maniera particolare. Però devo dire che tutte sono state coinvolgenti e utili.


A dormire eravate ospitati in una delle tante caserme degli Alpini della zona di Merano. Avete contagiato l’ambiente con la fraternità che sperimentavate tra voi?

Vittoria – Non abbiamo mai avuto l’opportunità di parlare con i militari che vivevano e lavoravano lì.

Francesco C. – Abbiamo semplicemente cercato di amare al massimo ogni militare rispettando ogni regola della caserma.

Francesco T. – Penso che lasciare pulito l’ambiente in cui dormivamo, stare attenti a non sporcare troppo durante la mensa e a non fare troppo rumore nei momenti di svago, abbia detto qualcosa di noi anche se non c’è stata occasione di parlare con loro.


L’età del “cantiere” andava dai 12 ai 18 anni. Come avete gestito differenze d’età così grandi?

Francesco C. – Cercando di vivere la “regola d'oro”: fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te!

Francesco T. – Io personalmente stavo molto coi ragazzi della mia età, ma è stato bello condividere diversi momenti belli del cantiere anche con i Gen un po' più piccoli.

Vittoria – Non ci sono mai stati problemi di età tra di noi. SI lavorava insieme ma ci si ritrovava anche tra coetanei.


Che bilancio vi sentite di fare di questa esperienza?

Francesco C. – Ho conosciuto numerosi ragazzi di Trento, Bolzano e Merano. Con loro ho condiviso la voglia di portare l'Ideale attraverso gesti concreti. Stringere amicizie al cantiere è facilissimo perché tutti sono pronti ad amare il prossimo e a donarsi agli altri. Ho conosciuto inoltre bene una ragazza, Daniela, di ventisette anni con 3 fratelli la cui famiglia era tutta impegna nella riuscita del cantiere. Mi ha colpito molto la voglia di ognuno di loro di mettersi in gioco, dal più giovane al più maturo. Mi sono sentito spinto a partecipare alla messa quotidiana, momento di raccoglimento, in cui mi sentivo guidato dall'atteggiamento giovane e vivace dei sacerdoti e dal clima di famiglia che si creava tra noi.

Vittoria – Questa esperienza è stata molto bella non solo per avermi aiutato a conoscere alcuni ragazzi del nostro gruppo ma anche molti ragazzi di altre Zonette del Movimento dei Focolari.

Francesco T. – All’inizio, dei 18 che eravamo da Bergamo, Brescia, Mantova e Cremona ne conoscevo solo 4 o 5, quelli della mia età. Ma poi durante tutto il cantiere è stato bello conoscere persone nuove, anche esterne al Movimento, condividendo tutti i momenti positivi e negativi della settimana. Personalmente mi sono legato molto coi ragazzi di Trento e Bolzano, tanto che ho già rivisto alcuni di loro al di fuori del cantiere per passare altro tempo insieme.