Nave Diciotti: sull'appello all'accoglienza distinguo e recriminazioni. Come si ricompongono divergenze così profonde?

Giovedì scorso FLest ha diffuso, come hanno fatto il sito ufficiale e la pagina Facebook del Movimento dei Focolari, l'appello di Rosalba Poli e Andrea Goller - che ne sono i responsabili per l'Italia - perché si mettesse fine alla drammatica situazione delle persone soccorse dalla nave Diciotti della Guardia Costiera alle quali però - fatta eccezione per i 27 minori presi in cura dalla Croce Rossa (l'immagine qui accanto è il fotogramma di un servizio di TGcom24) - veniva impedito di sbarcare.






In nome del Vangelo

“Gli uomini e le donne su quella nave da giorni - si leggeva nel documento - sono nostri fratelli e sorelle e, anche in nome del Vangelo nel quale crediamo, chiediamo che non vengano considerati oggetto di ricatto.

Un appello accorato, umanissimo in cui in tantissimi si sono riconosciuti. Qualcuno no.

Dopo la pubblicazione dei nostri articoli mandiamo attraverso WhatsApp alle persone che hanno registrato sul loro telefono il numero della redazione, il titolo o una frase del pezzo - un promo - invitando a leggere il testo completo sul nostro sito.

"Io veramente..."

Ed è al numero della redazione che è arrivata questa risposta: "Io veramente penso che i governi sono stati legittimati per guidare il popolo... e così deve essere. Non si può trasferire l'Africa in Europa. Ognuno deve aver cura delle proprie radici. Fare il bene non vuol dire buonismo. Io sono stata in situazioni estreme. Io a sudare...e altri a piangere per avere le cose da me sudate. E questa è uguaglianza? E' fratellanza?".

Poche righe che ci pare giusto rendere note perché rappresentative del pensiero di molti. E perché consentono di aprire una riflessione.

Il contributo che segue è di Giorgio Zecchini, impegnato nel Movimento Politico per l'Unità.




SITUAZIONI ESTREME

Voglio innanzitutto ringraziare chi ha scritto per essere intervenuto in modo così personale e sincero su una questione che sta a cuore a tanti di noi.

Devo però anche aggiungere subito che, contrariamente all'autore, io mi riconosco nell'intervento del Movimento dei Focolari sulla questione della nave Diciotti e sono contento che FLest abbia contribuito a renderlo pubblico.

Mi domando anzi come un movimento cristiano che ha come finalità ultima un Mondo Unito nella fraternità universale avrebbe potuto esimersi dall'intervenire in una situazione in cui viene calpestata la dignità di persone, tenute da più giorni come ostaggi, oggetto di ricatto, per ordine di un esponente del Governo italiano.

Il messaggio sostiene, a ragione, che "i governi sono stati legittimati per guidare il popolo". Ora questa "guida" però si attua in Italia da più di settant'anni, tramite il confronto, serrato e a volte anche aspro, fra maggioranza che governa e opposizione che vaglia criticamente ciò che il governo opera. "E così deve essere". Questa infatti è la democrazia e non penso che chi ha scritto quel messaggio a FLest auspichi il ritorno a regimi che hanno purtroppo preceduto il suo pieno avvento in Italia.

Nella parte finale del testo, l'autore fa capire di non aver avuto la vita facile e di aver sudato per uscire da "situazioni estreme". Lo stesso potrei dire di me stesso, e con noi due molti altri italiani. Beh, che anche i richiedenti asilo della Diciotti abbiano situazioni estreme alle loro spalle mi sembra abbastanza documentato, mentre che questi vengano da noi "a piangere per avere le cose da me sudate", non mi sembra sufficientemente dimostrato.

Nelle nostre radici c'è una cultura dell'accoglienza che ha sempre contraddistinto gli italiani nel mondo. Ma c'è soprattutto il Vangelo e ci sono due millenni di cristianesimo. Cerchiamo, proprio come auspica il messaggio affidato a WhatsApp, di avere buona cura di queste nostre comuni radici, e speriamo che così facendo, le nostre divergenze vengano un giorno ad appianarsi.

Giorgio Zecchini