In aiuto agli immigrati, preparando un pasto caldo e aspettando che la politica faccia il suo dovere. L'esperienza di Lucia e Gianguerino

Lucia e Gianguerino Giudici abitano a Clusone, in provincia di Bergamo. Sono in pensione da una decina d'anni e una volta  lasciato il lavoro hanno deciso di comprarsi un appartamentino al mare, ed avendo tempo ci vanno spesso.

Entrambi, con un coinvolgimento formale diverso ma con uguale motivazione, vivono l'esperienza del Movimento dei Focolari.

Ed è anche per questo che la loro casa delle vacanze è diventata, da quando è scoppiato il caso degli immigrati bloccati dalla Francia alla frontiera di Ventimiglia, il punto di appoggio di un loro impegno con la Comunità locale del Movimento che si è mobilitata per aiutare queste persone.



In cucina a tagliare carote, con la certezza che ogni piccolo gesto compone un disegno più grande

E’ da alcuni anni che andiamo in vacanza a Mentone, la prima città francese che si incontra al di là del confine di Ventimiglia, in Liguria. Un confine al centro delle cronache per la presenza di tanti immigrati che vorrebbero entrare in Francia ma che vengono respinti dai poliziotti francesi. Una vita di attesa e di delusioni, alleggerita dalla solidarietà di tante realtà, compresa la Comunità locale del Movimento dei Focolari di Ventimiglia con la quale siamo entrati in contatto. 

Hanno iniziato ad aiutare queste persone in collaborazione con la parrocchia di S. Antonio e con il parroco, don Rito, sacerdote colombiano che ha dato la disponibilità di alcuni locali che stanno sotto la chiesa e che sono stati allestiti a dormitorio per ospitare soprattutto famiglie con donne e bambini e una cucina.

Bisognava provvedere a gestire i pranzi per tutti (dalle 200 alle 300 persone, ma a volte fino 1000): veramente tanto, tanto lavoro. Come gruppo del Movimento dei Focolari facevamo servizio due volte la settimana, il martedì e il venerdì, alternandoci con altri gruppi.

Questo impegno è andato avanti fino a pochi mesi fa, quando la Questura lo ha fatto chiudere. Da allora la situazione degli immigrati è molto peggiorata: camminano per le strade senza una meta se non quella del confine, sono costretti a dormire al freddo, sotto i ponti.

Ora è la Caritas locale a assicurare almeno un pasto caldo giornaliero per tutti: ma gli immigrati arrivano, mangiano e poi devono tornarsene in strada. Anche con la Caritas collaboriamo: un giorno la settimana della cucina ci occupiamo noi preparando il cibo: di più, purtroppo, non riusciamo a fare.

Sono tante però le disponibilità che meritano di essere raccontate: come quella di Paola, un medico di Imperia, che viene a visitare e curare gli ammalati; oppure Cecilia che ha aperto il suo bar a questi immigrati perdendo così quasi tutti gli altri clienti.

Un giorno, mentre preparavo il pranzo e tagliavo le carote, sono stata presa da un momento di sconforto. Mi dicevo che ci voleva altro per risolvere questa situazione, ci vogliono risposte politiche nazionali ed europee. Ma poi mi sono detta che se anche faccio poco, almeno queste persone riescono a mangiare un pasto! E mi è tornata la pace.

Facciamo anche un mercatino di cose usate, varie volte al mese, a Ventimiglia e in altre località vicine. Vendiamo cose che riceviamo di provvidenza e il ricavato ci dà la possibilità di affrontare le spese di acquisto delle materie prime per i pasti caldi, e poi anche di aiutare famiglie del posto in difficoltà o sottoscrivere adozioni a distanza.

Quando veniamo a Mentone diamo sempre la nostra disponibilità, sia per preparare da mangiare che per gestire i mercatini. E anche una nostra conoscente, che abita a Valgoglio, venuta a sapere della nostra esperienza, quando è in vacanze in Liguria viene ad aiutare.

Lucia e Gianguerino