Parrocchia, luogo di servizio e di testimonianza per far brillare il Carisma dell'unità

La Parrocchia è una grande opportunità per poter vivere il Vangelo in modo concreto, cominciando a voler bene al parroco, al vicino di banco durante la Messa, alla catechista che con noi condivide il cammino, a ogni persona che avviciniamo”. Rosa Bosio e Umberto Gozio, responsabili degli impegnati parrocchiali per Bergamo, Brescia, Mantova e Cremona, condensano in questo messaggio il primo incontro del nuovo anno dell’espressione parrocchiale del Movimento dei Focolari.


DA DON FRANCO A DON DANIELE: FAR BRILLARE L'ESPERIENZA

L’incontro, che si è tenuto nel fine settimana, ha segnato anche il passaggio di testimone tra don Franco Morandi di Cremona e don Daniele Botticini di Brescia (nella foto) nel servizio di accompagnamento e di formazione degli impegnati parrocchiali. “Il nostro deve essere un atteggiamento di ascolto dei bisogni che la Chiesa ha nei nostri territori – sottolinea don Daniele – per cercare risposte adeguate. Lo facciamo sulla spinta formidabile dell’esperienza che stiamo vivendo con gli incontri di Sassone. Non possiamo vivere il presente con la testa e il cuore rivolti al passato, siamo chiamati a leggere e a confrontarci con la realtà: ed è qui che dobbiamo e possiamo far brillare e condividere il Carisma dell’unità che Chiara ha servito e che la Chiesa ha riconosciuto e confermato. Dobbiamo uscire, metterci a disposizione delle nostre parrocchie, portare novità e unità”.

UN AMORE CHE DIVENTA PASSIONE PER LA CHIESA

Con un video sulla storia del Movimento Parrocchiale si è poi riandati alle celebrazioni del 50° [Parrocchie Nuove ricomincia da 50], mentre sul quarto incontro di Sassone [Cosa abbiamo da offrire al rinnovamento della Chiesa?] è stato lo stesso don Daniele, che vi ha preso parte, ad aggiornare.

Ciò che ha caratterizzato entrambe le esperienze è senz'altro la passione per la Chiesa: Dio ci sta mettendo in cuore un amore per la Chiesa che rasenta la passione scriveva Chiara nel '66. “Non è sentimentalismo – concludono Rosa e Umberto - ma un interesse così grande da volerla amare così com'è e spendere le proprie forze, affinché sia sempre più bella, sempre più se stessa, realtà vera di presenza di Dio”