Giovani che si battono per dare senso alla vita. Mattia, Dj Fabo e l’esperta di bioetica

“La resistenza dei giovani contro la mancanza di senso diffusa nelle nostre società. Un giornalista junior e la sua intervista”. Con questo sommario l’edizione on line della rivista Città Nuova ha pubblicato un’intervista a Mattia Brusinelli, diciassettenne liceale bresciano, di Manerbio, che partecipa alla redazione della rivista Teens, singolarissimo esperimento editoriale dei ragazzi del Movimento dei Focolari. La questione è quella dell’eutanasia e del dibattito a senso unico che l’accompagna. «L’idea [di scriverne] – ha spiegato Mattia – mi è venuta quando su tutti i giornali è esplosa la storia del dj Fabo. Mi sono chiesto “perché?”. Non riuscivo a capire la sua scelta”.

Inizialmente l’articolo era pensato per il giornale della sua scuola, poi però ne ha parlato con i “colleghi” di Teens decidendo per una intervista ad un esperta di bioetica.

La vita è superiore a noi – argomenta ancora Mattia sintetizzando l’intervista – non abbiamo scelto noi di vivere e quindi non possiamo scegliere quando morire. Posso capire che chi chiede il suicidio assistito sia disperato, sia in un momento di crisi e faccia questa scelta. Ma secondo me non lo fa lucidamente, o comunque prende questa decisione in un momento di sconforto. Bisognerebbe allora stargli vicino, aiutarlo in tutti i modi possibili, anche alleviando il dolore con la medicina palliativa. Senza arrivare all'accanimento terapeutico: se non c’è più nulla da fare e i medici lo confermano, allora meglio lasciarlo partire in maniera naturale, ma alleviando ogni dolore. Che però non era il caso di dj Fabo, il quale era rimasto paralizzato, ma aveva una vita davanti”.

Nello spazio degli approfondimenti è possibile scaricare sia il pezzo di Città Nuova on line che, per intero, l’intervista di Mattia a Daniela Notarfonso, direttrice di consultorio familiare ed esperta in bioetica.

Che dire? Per fortuna – ha affermato di recente un teologo «c’è una confusa resistenza dell’adolescenza contro l’assoluta mancanza di senso». Come quella di Mattia, senza aggettivo però.