La vita comoda non fa per noi. La storia di Tanino, Maria Giovanna e dei volontari di MT25

A chi verrebbe mai in mente di chiamare un’impresa sociale con il numero di un capitolo del Vangelo e la sigla del suo autore? Succede a Bergamo e i “creativi” di turno hanno nome Maria Giovanna e Tanino Caruso. Sono due medici di origine siciliana trapiantati in questo pezzo di Lombardia da diversi anni ormai. “Incontrandoli – scriveva Città Nuova, il mensile del Movimento dei Focolari, nel numero dello scorso aprile – ci si rende conto che la passione per l’umanità bisognosa è una spinta interiore così forte da prevalere su ogni possibile giustificazione”. 

…E MI AVETE DATO DA MANGIARE 
Ecco, MT25 nasce da questa passione, e rimanda al brano evangelico di Matteo sul giudizio finale: “..ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito…”. 

MENO SPRECO, PIU’ RISORSE
A muovere Maria Giovanna, Tanino e i tanti volontari che oggi animano MT25 sono tre obiettivi: “fornire un aiuto alimentare a sostegno delle famiglie in necessità; ridurre lo spreco delle risorse; favorire più condivisione e meno assistenzialismo. Il tutto attraverso il recupero delle eccedenze alimentari e del cibo in scadenza nei supermercati che vengono poi distribuite alle famiglie. […] Attualmente ricevono questo tipo di aiuto circa 300 famiglie di 22 nazionalità diverse”. 

CONTA IL COME
Sì, è vero, è un’attività che per fortuna, in forme diverse in molte delle nostre città e dei nostri paesi, fanno in tanti,. Ma quello che colpisce in MT25 – al di là della straordinaria dimensione dell’impresa – è il “come”, totalmente orientato dal “perché” di fondo: “Non si tratta di dare poco o tanti soldi come facevamo prima – hanno sottolineato Maria Giovanna e Tanino – ma tutti noi stessi, tempo ed energie, perché nel XXI secolo non si fa la carità ma ci si impegna”.