Luca Bottalico chiamato dal vescovo di Bergamo alla guida della Consulta delle Aggregazioni Laicali



Il Vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi, ha recentemente nominato Luca Bottalico alla presidenza della Consulta Diocesana delle Aggregazioni LaicaliLa Consulta delle Aggregazioni Laicali è un organo di coordinamento che riunisce una trentina di associazioni, movimenti e gruppi presenti in Diocesi, con il compito di favorire la comunione ecclesiale e promuovere iniziative comuni.

Pugliese di origine, laurea in chimica all'Università di Bari e master all'Università degli Studi di Milano si è trasferito a Bergamo (da 23 anni ormai!) dopo l'assunzione alla Italcementi; oggi non è più un dipendente del colosso industriale ma continua a lavorare nel territorio. Sposato con Antonella e padre di tre figli, vive la spiritualità del Movimento dei Focolari nella realtà di Famiglie Nuove.


Con quale spirito ha accettato la nomina del Vescovo?

Incoscienza e fiducia!
"Incoscienza" perché non sapevo ancora in cosa consistesse questo incarico e "fiducia" perché da subito ho sentito il sostegno della Comunità di Bergamo. Volevo dare il mio contributo, fare la mia parte per la vita della Diocesi e mi sono candidato per far parte del direttivo  della Consulta. Quando ho ricevuto la nomina, il Vescovo l'ha motivata dicendo: "In questo momento a Bergamo c'è bisogno di ricostruire l' unità tra i movimenti e le associazioni, per cui, chi meglio di voi Focolarini!".
È una grande responsabilità ma ho sentito di accettarla per essere al servizio della Chiesa.


Le sono stati affidati (o si è dato) degli obiettivi?

Non mi sono stati affidati degli obbiettivi, ma quanto detto dal vescovo Francesco nel nostro ultimo incontro - in particolare due sottolineature - è ben riassunta la missione di ciascuno di noi.

La prima sottolineatura è che la consulta è un’espressione di Chiesa, vocazione battesimale che si esprime nella laicità. Tutti sono stati chiamati, sono mandati dal Signore. I ministeri sono al servizio della forma cristiana della vita che solo nel laico trova la sua espressione. Il laico incarna la vita di tutta l’umanità. Servire la vita dove la vita accade. I ministri sono al servizio perché questa vita donata da Dio possa esistere.

La seconda sottolineatura: la chiamata è personale ma nello stesso tempo è comunitaria. La comunità prende tante forme diverse: c’è la parrocchia, con tutte le esperienze della vita cristiana, ma non è l’unica forma e si arricchisce delle altre esperienze.

C’è una responsabilità laicale. Un movimento senza laici non esiste. La Consulta è un momento di comunione di carismi che concorrono al valore supremo che è quello dell’unità. Le associazioni e i  movimenti sono una testimonianza di reale condivisione. La condivisione secondo il Vangelo è anche la messa in comune di diversi doni, carismi e vocazioni presenti. L’unità come segno evangelico della comunione dono di Dio non è uniformità o omologazione, ma è ricchezza di diversità che si accolgono, si riconoscono e si fanno dono per la missione evangelica.


Quali sono stati i primi passi che hanno segnato il suo incarico?

Da subito siamo stati coinvolti nella preparazione della veglia di Pentecoste che quest'anno coincideva con il Giubileo dei movimenti e con i 50 anni di ordinazione del Vescovo Francesco. 

Nel periodo estivo siamo stati contattati dal Movimento Europeo Azione non Violenta che ci ha invitato a prendere parte al Giubileo della speranza in Ucraina. Subito tutti insieme abbiamo proposto una veglia per la pace in contemporanea a Bergamo. Lo scorso 2 ottobre insieme alla comunità ucraina di Bergamo ci siamo riuniti nella loro chiesa per una preghiera ed abbiamo ascoltato il messaggio del Nunzio Apostolico di Kiev che stava vivendo il Giubileo con chi era partito dall'Italia.

Infine la diocesi ha chiesto a Comunione e Liberazione di inserire una mostra su don Antonio Seghezzi, sacerdote bergamasco impegnato coi giovani e morto nel campo di concentramento di Dachau, all'interno del loro annuale appuntamento "Bergamo Incontra". Gli amici di CL si sono trovati in difficoltà ed hanno chiesto aiuto alla Consulta, all'Azione Cattolica e al Movimento dei Focolari che hanno dato subito la loro disponibilità. C'è stata poi una serata insieme dove Mons. Tarcisio Tironi, postulatore della causa di beatificazione di don Seghezzi, ci ha appassionato alla vita di questo sacerdote preparandoci ad essere le guide che avrebbero accompagnato la mostra.


Si può dire che sono segnali di maggiore consapevolezza di unità nel modo in cui associazioni, movimenti e gruppi si stanno muovendo?

Certamente siamo ancora all'inizio del cammino, siamo nella fase di conoscenza reciproca, ma fin da ora tutte  le occasioni di collaborazione che si sono presentate abbiamo cominciato a viverle insieme.

Anche il Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale si è reso disponibile a collaborare all'interno della Consulta per qualche evento culturale. Così, pensando alla ormai vicina nuova edizione del Festival delle Relazioni, ho proposto loro di prendere parte a questa esperienza.


Qual è il valore aggiunto che sente di poter offrire alla Consulta in ragione della sua formazione e appartenenza al Movimento dei Focolari?

Essere sempre famiglia, la nostra impronta!


g.c.





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