Sabato 5 luglio a Gazzane, una frazione del comune bresciano di Preseglie, in Valle Sabbia, ci sarà una celebrazione eucaristica nel 35esimo anniversario della morte di Lucia Tononi, una ragazza colpita da malattie gravissime scomparsa nel 1990 a soli 23 anni.
Per raccontare la sua giovane vita riprendiamo qui di seguito un articolo del Giornale di Brescia di qualche anno fa. Aggiungendo però un aspetto che queste righe di giornale non riportano.
Lucia infatti ha incontrato e condiviso con diversi coetanei l'esperienza di Giovani per un Mondo Unito, una delle espressioni del Movimento dei Focolari, e con loro partecipò, pochi mesi prima di morire, al Genfest che si tenne al Palaeur di Roma. Ma di tutto questo parleremo in un prossimo articolo.
LUCIA, UNA VITA PER IL PROSSIMO
«La mia vocazione è la sofferenza». Sono parole che hanno accompagnato ogni giorno della breve, ma intensa vita di Lucia Tononi. Una ragazza nata a Gazzane di Preseglie il 10 agosto 1967 e che, nonostante dolori profondissimi, ha trascorso i suoi 23 anni sempre con il sorriso e sempre al servizio del prossimo, impegnandosi anche ad alleviare i patimenti degli ospiti del Cottolengo di Torino. La fede ha guidato ogni giorno della sua breve esistenza. Lucia moriva il 5 luglio 1990. […]
Un fiore appeso a una croce
Scrive don Luigi Bresciani nel volume che le ha dedicato (edito da Ancora): «Lucia è passata sulla scena di questo mondo come un fiore, ma un fiore appeso a una croce». […] Il titolo del suo tema per l’esame di terza media è «Autoritratto di un’adolescente». Scrive Lucia: «Sono una ragazza triste, generosa. Mi piace la compagnia, sogno la felicità e sono molto sensibile. Mi sento di peso per la mia famiglia. Certe volte sogno la felicità, ma penso: quando avverrà? Forse presto, forse mai».
“Il dottore mi dice: risulta che c’è un male peggio di un tumore. Tu pensa che complimento!”
Lucia cresce inizialmente senza problemi, è una piccola particolarmente vivace. A due anni e mezzo i primi sintomi di quello che sarà il calvario che la porterà alla morte giovanissima. Una visita stabilisce che si tratta della sindrome di Ollier, un morbo che le ha già preso tutte le ossa.
Il 13 dicembre 1982, appunto giorno del suo onomastico scrive: «Mi hanno mandato al Rizzoli di Bologna perché dovevo fare il controllo al braccio e così mi hanno fatto fare anche una radiografia alla schiena. Il mio dottore mi dice: risulta che c’è un male peggio di un tumore. (Tu pensa che complimento). Per fortuna con altri esami non è risultato quello che pensavano. Ma non sto ancora bene. Vivo in continuo con pastiglie e non sono ancora sicuri che cosa ho».
Natale al Cottolengo di Torino
All’età di 17 anni Lucia viene a sapere in che cosa consiste la malattia che la tormenta. Non ne fa una tragedia. Decide, appunto, di fare un anno di volontariato alla Piccola Casa del Cottolengo a Torino. Lucia soffre nel corpo, ma è lieta e serena nello spirito. La gioia che prova nel servire gli ultimi attenua i suoi terribili dolori. Non si lamenta mai. Nel Natale 1985 scrive alla famiglia dal Cototlengo: «Le feste qui le ho passate benissimo, le più belle della mia vita. Vi ho pensato molto e mi sarebbe piaciuto che anche voi foste stati qui a partecipare alla mia gioia».
Chiedere alla Madonna di farmi guarire?
Ad appesantire il suo calvario si aggiunge un tumore alla testa che la rende in poco tempo cieca all’occhio destro. In famiglia le suggeriscono un pellegrinaggio a Lourdes, lei sgrana gli occhi e così risponde alla nonna: «Tu pensi che io abbia il coraggio di andare a chiedere alla Madonna di farmi guarire con tutti quelli che al Cottolengo stanno peggio di me? Non sia mai, non sia mai».
Fino all’ultimo Lucia, portatrice di luce
Il dolore alla testa diventa lancinante. Lucia viene operata e per un periodo viene ricoverata alla Domus Salutis. Ma il tumore si ripresenta. L’ultima speranza è a Lubiana in Slovenia nell’ex Jugoslavia. Ma per Lucia ci sono solo ulteriori sofferenze. Negli ultimi momenti di lucidità trova la forza per abbracciare la mamma, darle un bacio e dirle con un filo di voce:«Grazie di tutto». Fino all’ultimo Lucia, portatrice di luce.
Francesco Alberti
dal Giornale di Brescia del 14 dicembre 2022
Unisciti alla nostra community per non perderti i nuovi aggiornamenti!
Iscriviti al nostro canale WhatsApp