Giubileo dei Movimenti: festa di popoli e di carismi, testimonianza di fede, pellegrinaggio di speranza
C'era anche una rappresentanza del Movimento dei Focolari delle province di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova al Giubileo dei Movimenti che ha avuto il suo culmine nella celebrazione eucaristica presieduta da Papa Leone domenica 8 giugno in Piazza San Pietro a Roma.
Per il gruppo sono state due giornate di pellegrinaggio molto intense, vissute all'insegna della fraternità e della gratitudine per una singolare e rigenerante esperienza di Chiesa. A farci partecipi del viaggio è il racconto di Silvana Platto.
Un cammino iniziato nel 1998
Ci si era preparati per tempo a questo appuntamento che riportava ai cuori di molti il momento forte vissuto il 30 maggio 1998 in piazza San Pietro, quando Giovanni Paolo II incontrò per la prima volta Movimenti e Associazioni ecclesiali. In quella occasione Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, concluse il suo intervento con una promessa: "Sappiamo che la Chiesa desidera la comunione piena fra i Movimenti, la loro unità che, del resto, è già iniziata. Ma noi vogliamo assicurarla, Santità, che, essendo il nostro specifico carisma l'unità, ci impegneremo con tutte le nostre forze a contribuire a realizzarla pienamente".
Una festa: colori, canti, preghiere, comunione, speranza
Tra gli oltre settantamila presenti, provenienti da più di 100 Paesi mondo, c'era anche una rappresentanza degli aderenti al Movimento dei Focolari del territorio della Lombardia Est in una festa di popoli, carismi e testimonianze di fede, pellegrini di speranza con la Chiesa, portatori dell’annuncio: Dio è Amore, Cristo è risorto.
È un entusiasmo contagioso quello che ha animato piazza San Pietro fin dal pomeriggio della vigilia, tra canti scanditi dal battito delle mani e un continuo sventolare di bandiere.
Il caldo sole romano, dal quale ci si riparava con ombrelli variopinti, ha illuminato il Giubileo dei movimenti, delle associazioni e delle nuove comunità.
In attesa dell’arrivo di Papa Leone XIV, che ha presieduto la Veglia di Pentecoste, gruppi musicali dei vari movimenti hanno animato la festa e la preveglia, facendo cantare, raccontare, meditare e pregare grandi e piccoli. Nei loro racconti vite trasformate, testimonianze di speranza, di attese, di commozione. E tanta gratitudine.
Particolarmente commovente il video trasmesso in piazza con stralci di udienze dei Pontefici con i Movimenti. Sono riecheggiate le voci di Papa Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, accolte da lunghi applausi.
Uniti nell’abbraccio del colonnato del Bernini
Vedere così tanta gente, così tanti giovani, è stato davvero commuovente, segno di una Chiesa viva come dimostra la comunione di tanti carismi, insieme, simbolicamente abbracciati dal colonnato del Bernini: Cammino Neocatecumenale, Azione Cattolica, Comunione e Liberazione, Comunità cattolica Shalom, le Cellule parrocchiali di evangelizzazione, Charis International, Comunità di Sant’Egidio, Comunità Nuovi Orizzonti, Forum Internazionale dell’Azione Cattolica, Gioventù Ardente Mariana, Opera di Maria – Movimento dei Focolari, Rinnovamento nello Spirito, Associazione Salesiani Cooperatori.
I carismi in festa e pellegrini di speranza significa “crescere dando senso alla propria vita in tre modi concreti: Vivere la relazione con gli altri, essere servizio agli altri, rispondere alle necessità del nostro tempo, il tutto per essere testimoni di speranza”.
Tutti i Carismi sono doni di Dio per condurci a sé, secondo modalità che più corrispondono al temperamento di ciascuno. Tutti appartengono a quel filo rosso, a quella strada che conduce a Lui.
Una tappa luminosa
La visita di sabato mattina al Centro dell’Opera e alla Casa di Chiara ci hanno toccati profondamente. Il partecipare della sua intimità con Dio attraverso lo sguardo diretto dal suo studio alla cappella ci hanno fatto cogliere la realtà di quanto lei diceva: “Tutto è un affare tra me e Dio, Cristo sarà il mio chiostro, il Cristo del mio cuore, Cristo in mezzo ai cuori”.
Lì Chiara attingeva la luce per comprendere il senso e la modalità della sua missione, la forza per portare avanti l’Opera, la sapienza che esprimeva nelle sue parole.
Questa luce è giunta fino ad ogni cuore e sabato mattina ci ha fatto entrare nel Respiro di Dio, ci ha avvolto in una nuova primavera e ci ha preparato agli appuntamenti del pomeriggio e della domenica. “Ho provato una forte emozione - sottolineava uno di noi - perché ho avvertito la sacralità che si respira vissuta nella quotidianità. Non un museo ma una casa che parla di unità”.
“Ho molto apprezzato - aggiungeva una focolarina del gruppo - ritornare dopo tanti anni al Centro dell’Opera e alla casa di Chiara. Sono posti legati a tante tappe importanti della mia storia di amore personale a Gesù nella strada dell’unità che lui mi ha indicato”.
Momenti che segnano la vita
Fanno ormai parte della comunità mantovana due suore provenienti da Burundi che hanno fatto esperienza insieme a noi: "Attraversare la Porta Santa a Santa Maria Maggiore, sostare in preghiera davanti alla lastra bianca e nuda della tomba di papa Francesco e davanti all’icona della Madonna Salus Populi Romani, e vedendo la folla straripante che entrava, mi è venuta in cuore la folla che accorreva da Gesù e che lui guardava con amore infinito. Ho sentito che papa Francesco pregava per tutti noi, per la pace nel mondo.
Grazie per la veglia e l’opportunità di incontrare papa Leone con il suo sguardo commosso che ci benediceva, ho avuto la sensazione che lo spirito Santo soffiasse su tutti noi e che ognuno sentisse la sua voce nella sua lingua come Maria e i discepoli nella prima Pentecoste e ci facesse uno, ci facesse Chiesa.
Vogliamo continuare a vivere questo laboratorio di fraternità".
Per altri è stato commovente vedere il Papa a pochi metri di distanza: "È valsa la pena alzarci alle cinque domenica mattina per poterci sedere e incrociare il suo sorriso timido, ma sicuro".
C’era anche Sara nel gruppo, arrivata da Udine, “spinta dalla curiosità”, insieme alfidanzato, “una cattolica della domenica” secondo la sua stessa definizione: “È magnifico - dice ad un certo punto -- non immaginavo che nella Chiesa ci fosse una ricchezza simile”.
È proprio vero: Gesù cambia il mondo perché cambia i cuori.
Dai discorsi del Papa
Venerdì 6 giugno | Ai moderatori delle Associazioni, dei Movimenti, delle Nuove Comunità
- Ecco perché Dio suscita i Carismi, perché questi risveglino nei cuori il desiderio dell’incontro con Cristo.
- Grazie ai Carismi tante persone si sono avvicinate a Cristo, hanno ritrovato speranza nella vita, hanno scoperto la maternità della Chiesa e desiderano essere aiutate a crescere nella fede … e portare agli altri il dono ricevuto.
- Unità e Missione: essere lievito di unità; questa unità che vivete nei gruppi e nelle comunità estendetela ovunque.
- I movimenti hanno un ruolo fondamentale per l’evangelizzazione.
Sabato 7 giugno | Veglia di Pentecoste
- Come l’amore ci rende familiare il profumo di una persona cara, così riconosciamo stasera l’uno nell’altro il profumo di Cristo.
- Lo Spirito Santo ci educa a camminare insieme. E’ una via che domanda a ciascuno di riconoscere il proprio debito e il proprio tesoro, sentendosi parte di un intero, fuori dal quale tutto appassisce, anche il più originale dei Carismi.
- Lo Spirito di Gesù cambia il mondo perché cambia i cuori.
- Siate dunque legati profondamente a ciascuna delle chiese particolari e delle comunità parrocchiali dove alimentate e spendete i vostri Carismi.
- Attorno ai vostri Vescovi e in sinergia con le altre membra di Cristo agiremo in armoniosa sintonia...
Domenica 8 giugno | Messa di Pentecoste
- Lo Spirito Santo apre le frontiere anzitutto dentro di noi … e schiude la nostra vita all’amore
- Lo Spirito Santo apre anche le frontiere nelle nostre relazioni … e ci apre alla gioia della fraternità
- Lo Spirito Santo apre le frontiere anche tra i popoli e ci fa vedere nell’altro il volto di un fratello, incide nei nostri cuori il comandamento dell’amore.
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