Alimentare la vita con la speranza. Una giornata di riflessione per la comunità mantovana dei Focolari


“La speranza non delude” è il motto scelto da papa Francesco per l’anno santo giubilare 2025. Una sollecitazione che il Movimento dei Focolari ha fatto propria nell'impegno di quanti si riconoscono nel Carisma dell’unità di Chiara Lubich ad esserne operatori e testimoni nella vita di ogni giorno.

Il tema del Giubileo è stato al centro di una giornata di riflessione - un "ritiro" - per la Comunità mantovana dei Focolari che ha segnato il passaggio tra il vecchio e il nuovo anno.

“Ritiro” e non semplicemente “incontro” di Comunità: un tempo vissuto con sacralità per rendere vive le parole di Gesù: “Dove due o più sono uniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”.

Dopo la partecipazione alla liturgia di apertura del Giubileo con la Chiesa mantovana l'appuntamento è entrato nel vivo all'interno del Convento adiacente la chiesa di Santa Maria del Gradaro, la cui gestione è stata affidata dal Vescovo a quattro suore di carismi diversi allo scopo di sostenere le iniziative delle comunità parrocchiali della Chiesa mantovana.

Come meditazione iniziale è stata scelta una conversazione del 2014 di Maria Voce, allora presidente del Movimento dei Focolari, nella quale invitava a “scendere” dall’esperienza contemplativa e vivificante del Cielo per portare la Speranza e l’Amore nella città, nelle sfide del quotidiano, nella solitudine che spesso ci circonda, costruendo dei “focolari di Dio”, nella reciprocità dell’Amore evangelico che rivitalizza le relazioni lì dove viviamo, dove lavoriamo, nelle nostre città.
 

Dalle riflessioni alla vita

Alle parole di Maria Voce è seguita la condivisione di esperienze vissute in vari punti della provincia. 

A Suzzara si sono vissuti l’accoglienza e l’aiuto nell’inserimento sociale di un giovane africano, con il quale sono emersi i valori spirituali più profondi e si sono creati spazi per la preghiera e la lettura di testi sacri. 

Nella periferia di Mantova l’aiuto costante materiale e spirituale a una coppia anziana ha fatto sì che, pur nella gravità della malattia, non venisse meno la serenità e la fiducia nell’Amore del Padre.

Nel Basso Mantovano l’impegno civile a favore del territorio ha aggregato persone di differenti provenienze culturali e politiche, dando attuazione a progetti in ambito sociale, sanitario e della sostenibilità ambientale.

Nell’Alto Mantovano la comunità ha sperimentato la gioia della conversione di una giovane mamma nei suoi ultimi giorni di vita, sostenuta e ottenuta dalla preghiera incessante e fiduciosa di tante persone della comunità.

Nella Casa Circondariale di Mantova si organizzano incontri con i carcerati: la consapevolezza che ognuno di noi è peccatore è la base imprescindibile per costruire rapporti “veri” con chi è privato della libertà fisica, la certezza della Misericordia del Padre è la via per ricostruire anche la “vita” più disastrata. L’amore evangelico ci rigenera e ci fa capaci di rialzarci sempre.

In una Casa di riposo il tempo e l’affetto dedicato agli anziani hanno riacceso la speranza in alcuni cuori, momenti di gioia e condivisione di sogni e progetti.


L'albero, le radici e i rami

 Ognuno dei presenti è stato poi invitato a scrivere su dei post-it in quale ambiente sta cercando di essere “testimone di speranza”, incollando poi il foglietto sul disegno di un albero realizzato per l'occasione: un albero dalle radici profonde (coloro che nella Comunità mantengono un'unione con Dio molto forte) e rami robusti (i tanti ambiti di impegno in cui si può dispiegare l'Ideale dell'unità) pieni di appunti sulla vita che ciascuno dei presenti, come di chi non ha potuto esserci fisicamente ma di cui si conosce l'esperienza, ha voluto condividere.


Chiamati ad attualizzare il Carisma dell’unità

La conclusione della ricca e intensa giornata è stata affidata ad una riflessione di Jesùs Moràn, co-presidente del Movimento dei Focolari, sul futuro dell’Opera, nella quale invita a non restare in un nostalgico, glorioso passato, ma a mettersi in ascolto dello Spirito che oggi parla a ciascuno in maniera nuova e imprevista.

I saluti sono stati lunghi e pieni di calore e riconoscenza: agli organizzatori, ai partecipanti, alle persone che ci hanno accolto e a chi con semplicità e schiettezza ha dato ragione della fede e della vita nata da un “sì” a quella voce interiore che cerca il Bene e non si arrende al male che a volte sembra spegnerci.

Anna Sanfelici