Anche le comunità cremonesi e bergamasche attive per offrire sostegno e speranza al popolo Siriano


Mentre attraverso i mass-media si susseguono notizie che ripongono al centro dell’attenzione una nuova evoluzione socio-politica nella terra siriana, il viaggio di Robert Chelhod e di Lia Guillen dell’AMU tra le comunità della Lombardia Est si è concluso sabato 30 novembre in una piccola frazione del Comune di Casalmaggiore (CR).

I portavoce dei progetti di solidarietà che l’Associazione Mondo Unito sta portando avanti da anni, sono stati accolti anche da 73 persone presenti ad una cena solidale organizzata dal gruppo “Cooking for Unity”.


 In cucina per passione


 Il “Cooking for Unity” è composto da appassionate di cucina (ma non solo) che si ispira all’esperienza del Movimento dei Focolari e del quale in alcune occasioni anche da questo sito si è parlato.

Ne fanno parte amici ed amiche che si ritrovano insieme a cucinare, scambiandosi ricette, mettendo in comune ingredienti e poi consumano insieme la cena preparata in un clima che diventa ogni volta più festoso ed accogliente. Il gruppo ha preparato rinfreschi per cerimonie e momenti conviviali come i “Concerti domestici”: serate in cui artisti veri ed altri in erba, con strumenti che arrivano da ogni parte del mondo, hanno regalato ai presenti un pezzo suonato o cantato da loro.

Nei giorni precedenti la serata di sabato 30, nelle cucine casalinghe di alcuni membri del “Cooking”, ha preso vita un ottimo menù invernale poi riscaldato ed impiattato nella cucina dei locali che hanno accolto il momento di incontro.

Fra la prima e la seconda portata, la testimonianza lucida e mai pietistica di Lia e Robert che ha toccato i presenti, mettendo nel cuore di ciascuno la Siria e la sua popolazione così duramente provata negli anni. Ingredienti e prodotti offerti dalla vicina comunità mantovana, hanno permesso che il ricavato della cena solidale potesse raggiungere una cifra considerevole da donare.


In cucina per amore

 Non seduti ad un tavolo per la cena, ma in piedi attorno a lunghe tavolate si sono trovati diversi membri della comunità dei Focolari di Bergamo per la “produzione artigianale” dei tipici casoncelli.


Non una catena di montaggio, ma una ordinata e coordinata catena d’amore ha visto “mani in pasta” tra farina e uova, pane, formaggio e mortadella; nessuno ha badato se fossero lisce e morbide o più consumate dal tempo… tutte si muovevano in armonia e serenità perché guidate da un unico motivo: produrre perché, in cambio di quei casoncelli si potesse raccogliere denaro a sostegno ancora delle popolazioni siriane.