È stata un'immersione nella storia di un territorio di confine, con profonde ferite (vedi le due guerre mondiali) e contemporaneamente tante potenzialità nella costruzione della fraternità come ponte tra popoli (slavi, italiani, tedeschi), comunità e paesi vicini. Tante persone dagli anni '60 hanno dato a questo il loro contributo e hanno seminato l'ideale dell'unità, rischiando anche la vita e inventando modi "creativi" per far arrivare oltre cortina scritti del Papa e di Chiara.
Nonostante il tempo un po’ cupo e a volte piovoso, il corteo (con circa 2000 partecipanti, a occhio) ha percorso il tragitto con ordine e visibile coinvolgimento, attraverso varie tappe suggestive ed evocative, dal sacrario di Oslavia, attraverso il ponte sull’Isonzo, la sinagoga, piazza Transalpina attraversata dal confine italo-sloveno, fino all’arrivo per la celebrazione eucaristica alla concattedrale di Nova Gorica. Ciascuna tappa è stata accompagnata dall’ascolto di testimonianze e riflessioni incisive, fra le quali quella dedicata al tema della manifestazione e della Giornata Mondiale della Pace, illustrato nel messaggio di Papa Francesco “Intelligenze artificiali e pace”. È certo che la attenzione del Papa al tema delle nuove tecnologie e all'impatto, positivo o negativo, che esse possono avere sulla pace mondiale non può che farci riflettere ed essere vigili nel nostro ruolo chiave come educatori.
Qualcuno si è spinto a definire questa giornata una "tappa storica" che porterà certamente nuovi sviluppi. Già si sta lavorando insieme in vista del 2025 in cui Gorizia (la parte italiana della città) e Nova Gorica (la parte slovena) saranno insieme capitale europea della cultura!
Siamo ripartiti da questa esperienza con una nuova speranza.
Dino Sottini
in collaborazione con Sara Manfredi