“Sovente quando siamo di fronte a un’opera d’arte ne contempliamo la bellezza, apprezziamo la tecnica, ne cerchiamo il significato, ma in una fruizione prevalentemente individuale. Ci possono essere al nostro fianco altre persone, ma ad ognuno l’opera d’arte parla, in un dialogo duale.Il pomeriggio vissuto a Pisogne (Bs) sabato 3 giugno scorso è stata un’esperienza diversa: c’era un gruppo di persone, non indifferenti le une alle altre, avvolte dagli affreschi della Chiesa Santa Maria della Neve. In questi, persone contemporanee al Romanino, inserite nelle vicende evangeliche: interrogate, stupite, incredule, convinte. Predecessori che guardavano noi, uomini e donne di questo tempo, di fronte allo stesso messaggio, con le loro stesse fatiche e le loro gioie: quelle di un messaggio che attraversa il tempo per l’eternità.”
Ancora una
tappa tra arte e fede
Forse
basterebbe questa riflessione, consegnataci da una degli oltre centocinquanta
partecipanti alla “lezione” tenuta dallo storico e critico d’arte Mario Dal
Bello, per dire in significativa sintesi cosa si sia vissuto (perché vita vera
è stata quel pomeriggio) in occasione della quarta tappa del percorso pensato
dal Movimento dei Focolari quale contributo per Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, nell’area “La città
dei tesori”.
In questa chiesa
gotica lo sguardo dell’osservatore è accompagnato “quadro dopo quadro” a
percorrere tutte le tappe della vita di Gesù, dal momento dell’annuncio
dell’Angelo a Maria della sua maternità (una Madonna con un volto delicatissimo
e nobile, rispetto a quelli molto popolari e spesso brutti di tutti gli altri
personaggi degli affreschi) alla vita di Gesù, dal percorso della Via Crucis alla
maestosa scena della Crocifissione posta al di sopra della porta d’ingresso
della chiesa, completando i “racconti” evangelici fino alla Pentecoste.
Quello di Girolamo
Romanino si presenta come un grande Vangelo dipinto, dal quale traspare tutta
l’attenzione dell’artista verso la religiosità popolare.
In un’alternanza di
chiavi di lettura dalla storia e dalla fede dell’epoca, alla rappresentazione
pittorica tecnica o di immagine, Mario Dal Bello ha saputo, con un linguaggio
semplice e raffinato, accompagnare e immergere gli osservatori nel contesto di
questo capolavoro che, come tutti sanno, è stato definito l’altra cappella sistina, quella dei poveri, degli umili; il
Romanino infatti era uno del popolo, uno che andava contro l’arte paludata.
Ad impreziosire il
pomeriggio alcuni dolcissimi brani musicali eseguiti dal bergamasco Ermanno
Togni che ha cantato accompagnandosi con la chitarra; melodie e testi
“raffinati” che andavano man mano ad armonizzare e legare tra loro gli
interventi di Mario Dal Bello.
L’apprezzamento
dei partecipanti
Ø
Mario Dal Bello ci ha fatto un grande servizio. È
infatti riuscito a farci apprezzare le qualità espressive degli affreschi e ad
amare la stessa personalità del pittore, mentre, con gli opportuni richiami
evangelici ha fatto dell'evento non solo l'occasione di un'esperienza estetica
ma anche di un intenso coinvolgimento spirituale.
Come,
dobbiamo pensare, era l'intenzione con cui questi affreschi
sono stati dipinti.
Pomeriggio molto interessante, da tempo volevo
visitare questo piccolo gioiello ed ecco l'occasione! Il prof. Mario Dal Bello
in modo semplice, ma coinvolgente, ci ha fatto apprezzare le meraviglie del
Romanino che avevamo davanti agli occhi. Belli gli intermezzi musicali che
hanno permesso di restare a "contemplare" la Bellezza intorno a noi.
Per
consentire una più completa “visione” del pomeriggio uniamo l’articolo apparso
su la Voce del popolo del 25 maggio
scorso, un’intervista a Dal Bello curata da Sergio Arrigotti, la presentazione
dei “quadri musicali” e una galleria
fotografica.