Lo sguardo lungo
Protagonisti dell’incontro i sindaci Giorgio Gori ed Emilio Del Bono; insieme a loro un gruppo di giovani che hanno approfondito alcune questioni problematiche dei nostri territori facendone derivare le domande per il confronto. Lucia Fronza, tra gli animatori della Scuola di Preparazione Sociale di Trento, ha coordinato i lavori, ricordando in apertura che “è nel governo della città, forse più che in altri luoghi della politica, che le decisioni dell’oggi determinano il futuro delle nuove generazioni”. L’incontro è stato così pensato come uno spazio di sperimentazione di cittadinanza attiva, “con quello sguardo lungo che solo i giovani per struttura mentale, e gli amministratori, se sono capaci del loro mestiere, sanno avere”.
Decisioni non rinviabili
Punto di partenza del confronto sono state le profonde trasformazioni urbanistiche, il consumo del suolo, le aree urbanizzate abbandonate, il trasporto pubblico come potenziale innesco di sostenibilità e di qualità della vita. “Bergamo va con decisione nella direzione della riqualificazione dell’esistente – ha affermato Gori – e il nuovo piano di governo del territorio della città prevede la riqualificazione di 1 milione e 400 mila metri cubi di suolo già urbanizzato e la restituzione di 800 mila metri cubi a destinazione agricola”. Scelte non scontate e sicuramente non facili. “A Brescia - ha aggiunto Del Bono - abbiamo scelto non solo di fermare il consumo del suolo ma anche di riclassificare scelte urbanistiche del passato, mai concretizzate in piani attuativi e fortemente condizionanti l’assetto urbano. Ne sono seguite polemiche e ricorsi, ma questa è una stagione nella quale chi ha responsabilità della cosa pubblica ha il dovere di assumere decisioni che guardano lontano, facendo crescere una responsabilità collettiva”.
Discorso che vale anche per il tema della mobilità, strettamente connesso a quello della sostenibilità ambientale: “S’è c’è un sistema di trasporto pubblico efficiente le persone lo usano: – ha affermato il sindaco di Brescia – prima dell’apertura della metropolitana sui mezzi pubblici viaggiavano annualmente 42 milioni di utenti, con la metropolitana si è arrivati a 58 milioni di passeggeri. Fuori dall’area urbana il trasporto pubblico sconta invece troppe inefficienze, e questo impedisce alle gente di vederne le potenzialità”.
Confronto a tutto campo
Altri argomenti del confronto hanno riguardato la sicurezza (“Luoghi vissuti e animati sono la risposta più efficace a questo problema - ha detto Gori - insieme ad una costante azione di prevenzione, che riguarda noi come amministratori, e di repressione, che tocca allo Stato”), la competitività territoriale e il ruolo della cultura nei nuovi processi di sviluppo (“Bergamo e Brescia rappresentano la quarta area territoriale del Paese per fattori economici determinati dalla produzione culturale - ha fatto osservare Del Bono - una rivoluzione se pensiamo alla storia manifatturiera dei nostri territori, un cambio di visione che porta con sé nuove professionalità, nuovi stimoli, nuove opportunità per i giovani”), l’immigrazione, la partecipazione (Il tema della cultura democratica, come si costruisce e come si pratica la democrazia - hanno sottolineato i due sindaci - è straordinariamente attuale e ha bisogno della passione per la complessità del mondo che ci circonda e degli sforzi necessari a costruire un futuro condiviso per rigenerare le comunità in cui viviamo).
Bergamo e Brescia, un'unica area metropolitana
Tanti spunti di riflessione che confermano l’avvio tra Bergamo e Brescia di un lavoro destinato ad andare ben oltre il 2023, immaginando i due territori come hub di un unico sistema, un’unica area metropolitana capace di valorizzarne specificità e ambizioni economiche, culturali e relazionali.
Guido Costa
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