E se ci fossi io sulla carrozzina? Se avessi io bisogno d'aiuto? Se mi trovassi io nella condizione di non poter dare sepoltura a chi mi è stato caro?




Molte delle esperienze che viviamo hanno un risvolto sociale, coinvolgono la comunità che abitiamo, rispondono all'urgenza di avere a cuore il bene comune.

Sono scelte e azioni che la Carta degli impegni - una cornice motivazionale che il Movimento dei Focolari si è dato per l'impegno sociale di chi in esso si riconosce e che propone a tutte le persone animate dalla passione per la cura della casa comune - ricomprende e valorizza in un rinnovato percorso di responsabilità si popolo.

Come abbiamo già scritto, se ne parlerà in un incontro on line domenica 11 aprile 2021 a partire dalle ore 18. In vista dell'appuntamento pubblichiamo un'esperienza nella quale è possibile individuare le tracce che portano a scoprire il valore della Carta degli impegni.





Interessarsi degli altri è fare politica sociale

- Un amico ha perso il figlio 38enne per Covid e quando si reca a trovarlo al cimitero è in seria difficoltà poiché si sposta usando una carrozzina. Per raggiungere il loculo del figlio deve salire una rampa di scale; si trova quindi costretto a scendere dalla carrozzina, un famigliare la porta al piano superiore per poi scendere in suo soccorso, e aiutandosi con le stampelle, possa raggiungere di nuovo la carrozzina. Chi non può scendere dalla carrozzina non può certo accedere a questa parte del cimitero.

- Da molti anni ormai cittadini italiani di religione mussulmana, quando hanno un defunto tra i loro cari, sono costretti a trasferire la salma nei paesi di origine perché non è ancora stato definito un luogo nel cimitero dove poter seppellire i loro defunti. Ho sentito amici di varie etnie che vivono questa situazione e hanno inoltrato questa richiesta al comune, non ricevendo per il momento alcuna risposta!

Ho condiviso queste problematiche con alcune associazioni con le quali abbiamo da anni rapporti per vivere assieme la cittadinanza attiva. (In passato abbiamo contrastato la piaga del gioco d’azzardo con diverse iniziative). Di comune accordo, pur nell’impossibilità di poterci incontrare con i rappresentanti del Comune di Manerbio, ho contattato telefonicamente due assessori per farmi portavoce di queste situazioni che portano insite un disagio sociale e civile a questi cittadini.


- Nella parrocchia di Manerbio è partito un progetto in collaborazione con la Caritas diocesana nel quale una persona, retribuita dalla Caritas, si prende cura di alcune situazioni di solitudine fra gli anziani.
Dopo aver individuato questi bisogni, l’incaricata ha iniziato a visitare questi anziani per portare loro un po’ di compagnia. Siccome il progetto ha un termine, si è reso necessario trovare alcuni volontari in grado di dare continuità al progetto stesso. Mia moglie ed io stiamo assistendo una signora rimasta sola nonostante abbia quattro figli che vivono in paesi diversi lontano da lei, con un passato di abusi e violenza subiti dal marito, dal quale ora è separata. Il nostro esserle vicino è sentire le sue necessità che vanno dal farle la spesa, andare in farmacia per i farmaci di cui necessita, in stretta collaborazione con il suo medico di base. 

Due settimane fa ha avuto bisogno di una risonanza magnetica, per accertamenti alla schiena, così abbiamo chiesto l’intervento di un’altra amica che lavora in radiologia a Desenzano. Nel giro di alcuni giorni si è potuto fare questo esame. Grazie ad un altro amico che lavora in ortopedia presso l’ospedale di Manerbio abbiamo potuto accompagnarla ad una visita di controllo, ed ora si sta curando adeguatamente. Prossimamente dovrà sostenere una visita oculistica.

Stiamo cercando di fare in modo che i Servizi alla persona del Comune possano inserirla nell’elenco per accedere alle case popolari, poiché l’affitto che paga ora è di 350 € , troppo oneroso per poterle consentire di arrivare alla fine del mese con 700 € di pensione che percepisce.

A prendersi cura di questa signora non siamo solo noi, ma è una comunità che cerca di assisterla, contattandola telefonicamente per sapere della sua salute, come fosse una persona di famiglia. Lei molto commossa, ringrazia continuamente per ogni piccola attenzione che le viene rivolta.


Egidio