Custodi della natura o avidi padroni? Se ne parla questa sera al Festival delle relazioni

E' una serata per chi vuole cambiare il mondo - verrebbe da dire "per rivoluzionari" - quella in programma alle 20,45 con il terzo appuntamento del Festival delle relazioni.

La sintetizza con efficacia il titolo che L'Eco di Bergamo usa questa mattina per il consueto articolo di presentazione dell'appuntamento: "Cura e ambiente, la sfida dello sviluppo sostenibile dopo l’emergenza Covid".





Di sviluppo e sostenibilità parlano tutti ormai, raramente però si va al cuore della questione. Ce la ricorda Andrea Conte, uno dei protagonisti della serata, co-autore del volume Vita, salute, ambiente tra speranza e responsabilità da cui l'incontro prende le mosse.

"L’educazione - scrive il giovane fisico e matematico - è il nodo cruciale attraverso cui passa la crescita di una sensibilità attenta allo sviluppo sostenibile. La vita della Terra e sulla Terra fa appello alla scuola, alle comunità laiche e religiose, alle istituzioni civili. La responsabilità dell’educazione è quella di aiutare i giovani e gli adulti a prendersi cura della propria umanità, della dimensione interiore, là dove si giocano le scelte che qualificano l’identità personale e il proprio progetto di vita. Potrebbe sembrare che tutto ciò sia irrilevante rispetto alle questioni dell’ambiente; al contrario, ne costituisce il fondamento, la vera condizione di possibilità. Solo coscienze sensibili tendono a comportarsi da custodi della natura, e non da padroni avidi, a mostrare un senso di responsabilità universale, che renda capaci di sentirsi cittadini del mondo e di esso protagonisti".